Elon Muck ha accusato Facebook di spionaggio industriale e furto di proprietà e l’ha minacciato di citarlo in giudizio per il lancio della piattaforma Threads “copiata” da Twitter.
La notizia era nell’aria soprattutto a 24 ore dal lancio dell’applicazione Threads da parte di Facebook-Meta che ha già fatto registrare l’iscrizione di 30 milioni di utenti e che rischia quindi di mettere in crisi la società di Elon Musk. Il social di Zuckerberger può contare sulla base di due miliardi di utenti di Instagram, che con un clic possono in automatico aprire un nuovo account su Threads e coinvolgere i follower.
Quello di Musk, invece, ha circa 353 milioni di utenti ma che sono in continuo calo, con percentuali intorno al 3 per cento e cali previsti fino al 2024. Nella dura lettera inviata a Zuckerberg, e pubblicata dal sito giornalistico investigativo Semafor, l’avvocato Alex Spiro, legale di Musk, accusa Meta di aver messo in atto una “sistematica, volontaria e illegale appropriazione di segreti di Twitter e altra proprietà intellettuale”.
“Siamo a conoscenza – continua l’avvocato – che Meta ha deliberatamente assegnato ex dipendenti di Twitter a sviluppare, in pochi mesi, la copia Threads”. I segreti della piattaforma di Musk sarebbero stati usati per accelerare la nascita della app. Nella lettera si chiede a Meta di “assumere passi immediati per mettere fine all’uso di segreti commerciali o informazioni altamente riservate”.
Per il momento il nuovo social Threads è attivo negli Stati Uniti, ma non in Europa. E’ disponibile in pre-ordinazione sull’Apple Store. Istagram è la sua rampa di lancio dal momento che l’app prevede una serie di codici che permetteranno ai due miliardi di utenti non solo di passare direttamente nel nuovo Twitter, ma di farsi seguire dai follower. L’obiettivo è raggiungere e superare Musk in pochissimo tempo. Threads è molto simile a Twitter, tanto da essere considerato alla stregua di un clone, con post e risposte in serie.
“Twitter – continua il legale di Elon Musk- si riserva tutti i diritti, incluso, ma non solo, di cercare azioni civili senza dare preavviso”. La nuova battaglia legale arriva dopo quella lanciata sui social da Musk a Zuckerberg, entrambi appassionati di arti marziali.
Il fondatore di Meta, dopo un post di Musk che lo invitava a duello, aveva chiesto di indicargli un posto per la sfida sul ring. Si era perfino parlato del Colosseo come sede dell’incontro, al pari dei gladiatori. Difficile che questo progetto, che era solo una trovata social, possa avere un seguito, alla luce della battaglia legale in arrivo.