Avviene spesso di scoprire che nella mente di chi ha in mano un qualsiasi potere non volano sempre grandi pensieri, né ideali, né sincere passioni da far prevalere. Spesso a smuovere idee e propositi coltivati nel tempo, sono, molto più terra terra, certe invidiuzze che danno vita, quando crescono e ingigantiscono, al principio dell’emulazione, nascosto il più delle volte in sofisticate ma sottaciute strategie.
Immaginiamo questa concatenazione di pensieri nella testa di un’amministrazione comunale: Reggio Emilia ospita il grande concerto di Ligabue al Campovolo e poi la serata in favore degli alluvionati? Bene, è l’Emilia del rock. Modena Park accoglie 220mila fan di Vasco Rossi? E’ ancora l’Emilia, e va altrettanto bene. Sì, ma Ferrara? Come possiamo controbattere? Ferrara ha bisogno di un suo Campovolo.
Ehi ragazzi c’è Bruce Sprinsteen che farà un tour in Europa, avrà detto qualcuno sempre al corrente di tutto perché magari è abbonato a Rolling Stone. Il Boss in Europa? Ma è fantastico! Bene, lo ospitiamo noi. Ma dove? E qui dal cilindro del Comune esce il coniglio: ma abbiamo quel magnifico parco urbano dove centinaia e centinaia di nostri concittadini amano passeggiare, fare pic-nic e lunghi giri in bicicletta. Posto anche romantico, ammettiamolo, molte giovani coppie lo possono testimoniare. Ideale per girarci un sequel del film con Robert Redford e Jane Fonda, ricordate “A piedi nudi nel parco”?
Nasce così il grande, immenso, irripetibile – oltre che fonte di giustificato orgoglio – concerto di Bruce, roba da far gonfiare il petto finanche all’usciere del Comune. Altro che Liga e il Blasco. Noi abbiamo il Boss, roba che ora tutto il mondo ci invidierà. Dopo Barcellona viene da noi. Che colpo! Siamo grandi. E voi ambientalisti, oppositori, radical-chic, comunisti? Ma quanto siete provinciali e vecchi!
Ma l’idea di accogliere un artista di tale spessore al Parco Bassani non va giù a tutti. Succede. Qualcuno storce il muso, altri, più decisi, costituiscono un comitato “Save the Park” perché vedono lontano, vedono già un qualcosa che nessuno ammette in pubblico, tantomeno in una delibera. Prevedono, i maligni e gli invidiosi, che prima o poi quel grande polmone verde, tra il Po e le Mura, diventerà altro. Ma che state dicendo?
E l’informazione che fa? Si esalta al pari del vecchio e stagionato fan di Bruce. Riesce così a far passare l’idea che una parte della popolazione, quella più retrò e di orizzonti ristretti, non voglia il concerto. Abile, come sempre, nei virgolettati, getta fumo negli occhi e spaccia fuffa e retorica al posto dell’autentica sostanza del problema: tenere il concerto in un’altra area della città adatta a ospitare l’esercito internazionale degli amanti del rock. Nessuno si è mai opposto al Boss. I biglietti vanno via come le caramelle. Sold out, come usa dire in questi casi al posto del provincialissimo “tutto esaurito”. Il gioco è fatto.
Sfortuna vuole, però, che prima del 18 maggio si scatenino le piogge. Il parco diventa una risaia. Fango, paglia e passerelle dappertutto. Ma the show must go on. L’organizzazione tiene, un po’ meno la voce di Springsteen, che non si degna neppure, forse perché non sapeva granché della Romagna, di spendere una parola sulla grande tragedia dell’alluvione.
Ma questo non si può dire, sarebbe lesa maestà. I grandi amano volare alto, e dall’alto le persone sotto sembrano solo formiche. E chi fa caso alle formiche? Ma il popolo del “io c’ero” è comunque contento, al pari degli organizzatori e degli amministratori comunali. Restano però le ferite che il maltempo e 50mila incolpevoli spettatori, forse un po’ meno per non poche disdette, hanno inferto al parco.
E’ in questi giorni, piena estate, che si entra nel cuore del problema. Prende corpo quel sospetto che qualcuno aveva avanzato da tempo. Visto che non è un parco protetto, ma un’area equiparata a giardino pubblico, i vincoli del Bassani sono laschi. A 50 e più giorni dall’epico evento ferrarese tutto è ancora blindato. Vorranno riconsegnarlo alla città così com’era, pensano in molti. Beata ingenuità.
Un comunicato di Save The Park e una foto raccontano tutt’altra cosa: il Comune vuole trasformare il Parco in un’area permanente per i grandi eventi, con tutto ciò che ne consegue. La foto – non è rubata, il parco è ancora pubblico e nessuno può invocare la riservatezza – spiattella l’asfaltatura in corso dei viali. Una strada, lì si vuol far passare una strada, per i camion. E’ la logistica, bellezza. (PdA)
Il comunicato stampa di Save The Park:
“Il sindaco di Ferrara (da oggi “Alan l’Asfaltatore”) ha cambiato per sempre la natura del Parco urbano Giorgio Bassani, desiderato e voluto per primo da Paolo Ravenna, senza uno straccio di delibera, impegno di spesa, fattura, scontrino che sia accessibile e controllabile. L’Asfaltatore, come il Sommo Giove, ha fatto uscire la sua nuova creatura come Minerva, da un vistoso foruncolo sul cranio.
Si ricordi solo, l’Asfaltatore di comunicare l’accaduto al Controllo Nazionale del Traffico Aereo, vedi mai che qualche pilota di linea scambiasse i viali ciclabili del Luna Park ex Bassani per il Marconi o il Marco Polo.
E i ferraresi? Sono contenti, contentissimi, come recitano le veline municipali, e già aspettano impazienti l’atterraggio del prossimo superdivo direttamente ai bordi del palco.
Ma infine, ci sorge un dubbio: che densità politica ha la pubblicazione di alcuni giorni fa della “scoperta” che l’area demaniale a sud della città potrebbe essere attrezzata per grossi eventi (come Save the Park ha sempre sostenuto)?
E allora, vedi mai che Alan l’Asfaltatore (e il suo vice?) non abbia precorso i tempi per accontentare tutti i compagni della merenda municipale: “Se gli eventi si faranno a sud, allora l’aeroporto lo spostiamo a nord!”.