venerdì 22 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

QUANDO NON C’E’ LA SALUTE

In Italia le condizioni lavorative dei giornalisti sono in peggioramento da oltre venti anni e questo porta con sé problemi di tipo economico e professionale. Questi problemi hanno notevoli ripercussioni anche sulla salute mentale.

Per approfondire il tema dal 17 luglio è cominciato il lavoro per la prima inchiesta in Italia sulla salute mentale nel giornalismo. L’inchiesta prenderà in considerazione chi lavora nell’ambito dell’informazione e anche giornalisti non contrattualizzati (freelance, partite IVA, collaboratori occasionali), che spesso vivono ancora più problemi di instabilità, insicurezza e precarietà.

All’inchiesta stanno lavorando la giornalista freelance Alice Facchini e la testata investigativa, indipendente e non profit IRPI – Investigative Reporting Project Italy. L’obiettivo che si sono posti è “raccontare quali sono le difficoltà che vivono i giornalisti, per poi fornire degli strumenti per riconoscere e affrontare situazioni di stress o disagio psichico”.

Chi lavora nelle redazioni può avere problemi di vario tipo, da contratti precari a una competitività spinta. Le difficoltà possono essere di vario tipo e tutte possono avere ripercussioni sulla propria serenità e per la salute mentale.

Fra freelance e precari esiste una diffusa insicurezza economica, spesso a causa di tariffe degli editori estremamente basse: questo non permette di poter progettare il proprio futuro. Inoltre la precarietà può portare un’ansia costante, costringere a svolgere anche altri mestieri e dedicare meno tempo al lavoro giornalistico. Inoltre un freelance che subisce una denuncia (o una querela temeraria) ha spesso poco aiuto e pochi soldi da investire per difendersi. I freelance vivono anche una condizione che li lascia spesso isolati e hanno poche occasioni di confrontarsi o di chiedere aiuto.

La competitività o il bisogno di portare nuove notizie spinge anche a non fermarsi e a lavorare svariate ore al giorno e il fine settimana, vedendo e ascoltando storie complicate e emotivamente forti. Non tutti hanno il tempo per prendersi cura di sé o rallentare.

A tutti questi temi se ne aggiungono altri specifici per le giornaliste. Esistono ancora discriminazioni per gli argomenti di cui si possono occupare e un giudizio negativo per quanto riguarda la scelta intima e privata della maternità. Nel giornalismo italianoci sono casi in cui le giornaliste subiscono anche ricatti a sfondo sessuale, avances non richieste, ambienti in cui si fa ampio uso di battute sessiste.

Per il momento i fattori che sembrano influire di più sulla salute mentale sono l’instabilità, la precarietà, i compensi troppo bassi, i ritmi frenetici e rimanere sempre connessi, reperibili.

(La presentazione dell’indagine a cura di Francesco Guidotti su ProfessioneReporter.eu)

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