lunedì 25 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Il dono del grande orologiaio: l’amore

di Sara Di Antonio
Il destino si diverte a giocare con noi come il gatto con il topo, ormai questo si sa, e perfino sadicamente. Ma anche Voltaire, seppure a malincuore, doveva ammettere l’esistenza del “grande orologiaio”, di un Dio disinteressato (ma pur sempre esistente!) alla base di quel meccanismo perfetto, al pari di un orologio, che è il corpo umano.
Nell’estate, che resta pur sempre “la stagione del malinconico che non vuole arrendersi alla propria natura e si ostina a credere nell’esistenza della felicità”, l’orologiaio non mi pareva particolarmente attento. Erano tanti i segnali in proposito, ma uno su tutti: non abbiamo trovato stelle in cielo nelle notti successive a quelle di San Lorenzo, e mentre così affondavo nella calma estiva, facevo per caso la scoperta dell’amorevolezza.
Quella contenuta in alcuni dialoghi mentre si scendeva una ruetta di un paesino di montagna, o si condivideva una cena in piena collina, quelli tra alcune persone vicine a me, che si scambiavano a tavola un gesto sincero, o un’attenzione. Ho ascoltato, ho osservato, facendomi piccola; sforzandomi poi di sconfiggere il mio udito pigro e la mia vista distratta, sospendendo per un attimo il respiro e la reazione immediata, facendo parlare o agire l’altro.
E l’altro, o altra, appunto, mi mostrava la tensione che proviamo quando amiamo, quando ci facciamo piccoli pensando a chi è altro da noi, immaginando perfino il suo futuro e il suo bene lontano nel tempo, a prescindere dalla nostra esistenza.
Si diventa come dei granelli di sabbia, credo, dei piccoli sassolini invisibili, e io mi sono stretta nelle spalle e ho annuito.
Mi sono augurata che tutto andasse come questi desideravano, che nessuno potesse farsi male mai, neppure inavvertitamente o per sbaglio, attraversando indenni le ben assurde trame della vita.
Ho ringraziato poi per questa dimostrazione silenziosa, e molto pratica – semplice come l’ingranaggio di un orologio o di una vena che pulsa – dell’amore. Deve essere questo, il piccolo grande dono estivo del grande orologiaio; che ci guarda tutto sommato con compassione, mentre si apprendono le più svariate lezioni da questa strana e immensa vita.

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