Seguendo l’esempio di Elon Musk, il nuovo padrone di Twitter, le grandi aziende Big Tech si stanno arrendendo alla disinformazione. Facebook e YouTube stanno abbandonando, infatti, il loro ruolo di guardiani contro le teorie del complotto in vista delle elezioni presidenziali americane dell’anno prossimo. Così il Washington Post titola un articolo di Naomi Nix e Sarah Ellison.
L’involuzione delle nuove pratiche aziendali viene descritta da più di una dozzina di attuali ed ex dipendenti, molti dei quali hanno parlato in condizione di anonimato per fornire dettagli sensibili. Il nuovo approccio segna un netto cambiamento rispetto alle elezioni del 2020, quando le società di social media hanno ampliato i propri sforzi per controllare la disinformazione.
Le aziende, all’epoca, temevano che si ripetesse quanto accaduto nel 2016, quando i troll russi tentarono di interferire nella campagna presidenziale Usa, trasformando le piattaforme in strumenti di manipolazione e divisione politica. Questi impegni ridotti emergono mentre le campagne di influenza segrete di Russia e Cina sono diventate più aggressive e i progressi nell’intelligenza artificiale generativa hanno creato nuovi strumenti per fuorviare gli elettori.
Gli esperti di disinformazione affermano che la dinamica verso il 2024 richiede sforzi più aggressivi per combatterla, non meno. “Musk ha preso la barra e l’ha messa a terra”, ha detto Emily Bell, professoressa al Tow Center for Digital Journalism della Columbia University, dove studia la relazione tra piattaforme tecnologiche ed editori. Per le elezioni presidenziali del 2024, la disinformazione sulle razze “sarà ancora peggiore”, ha aggiunto.
E le piattaforme di social media? Dicono di disporre ancora di strumenti per prevenire la diffusione della disinformazione. “Rimuoviamo i contenuti che fuorviano gli elettori su come votare o incoraggiano l’interferenza nel processo democratico – ha detto in una nota la portavoce di YouTube Ivy Choi – Inoltre, mettiamo in contatto le persone con notizie e informazioni elettorali autorevoli attraverso raccomandazioni e pannelli informativi.”
La portavoce di Meta, Erin McPike, ha dichiarato che “proteggere le elezioni americane del 2024 è una delle nostre massime priorità e i nostri sforzi per l’integrità continuano a guidare il settore”.
Sulla base di quanto scritto dal Washington Post all’opinione pubblica mondiale (le elezioni americane riguardano tutti) non resta che attendere lo svolgimento della campagna per le primarie in campo repubblicano e anche democratico e poi la prevedibile nuova sfida Trump-Biden nel novembre 2024, per verificare se i controlli sulle notizie false siano ancora stringenti.
Stavolta, però, c’è un nuovo pericoloso protagonista nella lotta politica sui media e sui social: l’Intelligenza Artificiale, in grado di costruire montagne di informazioni tendenziose e fuorvianti, estremamente difficili da individuare e contrastare. Siamo destinati per questo ad arrenderci alle notizie false?