Alla Mostra di Venezia, quest’anno un red carpet dedicato anche a Woman Life Freedom, la battaglia delle donne iraniane cominciata con il rifiuto del velo obbligatorio dopo la tragica morte di Mahsa Amini avvenuta lo scorso 16 settembre e di cui si avvicina l’anniversario.
Una tragedia quotidiana vissuta dalle ragazze di Teheran forse dimenticata dall’Occidente, che da Venezia ha voluto però ricordare al mondo le continue e barbare violazioni dei diritti civili e umani in Iran.
Sulla passerella a sostenere uno striscione evocativo con l’immagine della studentessa curda morta per il velo messo male, molti volti noti del cinema tra cui lo stesso direttore artistico Alberto Barbera, la madrina del festival Caterina Murino, la regista neozelandese premio Oscar per Lezioni di Piano (1993) Jane Campion, i popolari attori la franco-iraniana miglior attrice a Cannes per il recente Holy Spider (2022) Zar Amir Ebrahimi e il regista e attore Ashkan Katibi e la documentarista Somayeh Haghnegahdar.
Il flash mob è stato organizzato anche dal collettivo Iranian Independent Filmmakers Association (IIFMA) , associazione non-profit fondata da un gruppo di cineasti iraniani della diaspora.
L’Iifma con i suoi circa 200 artisti, chiede il rilascio incondizionato dei prigionieri politici, giornalisti e dissidenti dalle carceri iraniane e sollecita la comunità internazionale affinché aiuti a fermare la violenza sistematica della Repubblica islamica dell’Iran contro i suoi cittadini, donne e manifestanti pacifici.