mercoledì 23 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Mattarella: “Una barbarie sociale”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio  al Tempo delle Donne, pubblicato oggi sul Corriere della Sera, ha definito i casi di violenza contro le donne e di femminicidi una “intollerabile barbarie sociale” che richiede “un’azione più consapevole di severa prevenzione, concreta e costante”.

Mattarella è partito dal tema della libertà, definendo questo diritto inalienabile della persona “una scelta fondamentale – che caratterizza la nostra Repubblica dall’approvazione della nostra Costituzione – ma anche impegnativa”, perché “libertà e diritti non sono una conquista irreversibile, ma richiedono un continuo e lungimirante sforzo di tutela, di rinnovamento, di inclusione”.

“Non c’è libertà, oggi, quando una persona è vittima di molestie e violenze fisiche o morali -si legge nel messaggio -. La violenza contro le donne in Italia, in questi ultimi mesi, ha continuato a manifestarsi con numerosi casi di assassinio e di stupro. Questa intollerabile barbarie sociale richiede un’azione più consapevole di severa prevenzione, concreta e costante. A questa si deve affiancare, nell’intera società, un impegno educativo e culturale contro mentalità distorte e una miserabile concezione dei rapporti tra donna e uomo”.

IL 79ESIMO FEMMINICIDIO. Un altro uomo che non si rassegna alla fine di una relazione amorosa intesa come appropriazione del corpo e degli affetti dell’altra persona. L’ultima vittima, giovedì scorso, è stata una manager di Salemi, 38 anni, molto nota negli ambienti della produzione vinicola, una figlia di appena quattro anni. Intanto, la Camera ha approvato in via definitiva nuove norme sul Codice Rosso per le vittime della violenza domestica e di genere.

Dopo mesi di litigi aveva chiesto alla sua ex compagna un appuntamento “per chiarire”, poi Angelo Reina, 42 anni, imprenditore di Valderice, provincia di Trapani, si è presentato all’incontro con un fucile e ha ucciso Marisa Leo, 38 anni, affermata e conosciuta manager di un’azienda vinicola, una figlia di quasi quattro anni avuta proprio dal suo assassino. La bambina, ancora all’oscuro di tutto, è stata affidata allo zio.

L’uomo è fuggito in auto, la Stradale ha trovato il corpo senza vita nella sua vettura, su un viadotto che porta a Castellammare del Golfo. Il femminicidio, ormai una piaga, è stato scoperto nella notte, all’interno dell’azienda agricola dell’assassino. La donna era responsabile comunicazione dell’azienda vinicola Colomba Bianca e tre anni fa, si è appreso, aveva presentato una denuncia per stalking.

Il video che Marisa Leo in stato interessante aveva postato nel 2019 su Facebook 

Il sindaco di Salemi ha annunciato il lutto cittadino. Pochi giorni fa a Roma ad essere ammazzata a coltellate dall’ex è stata un’infermiera. Era il femminicidio numero 78 da inizio anno. Quello di Palermo, nella tragica statistica delle donne ammazzate, diventa il numero 79.

“Gentile, elegante e con un sorriso contagioso, questa era Marisa. Non sarà facile dimenticarti – E’ l’incipit della lettera di cordoglio che l’azienda vinicola Colomba Bianca ha postato sui social – Ciao Marisa, eri e sarai luce. È stata strappata alla vita Marisa Leo, responsabile marketing e comunicazione di Colomba Bianca. Donna del vino, madre premurosa e ispiratrice delle nostre cantine. Mente e braccio di scelte di successo, colonna portante di progetti internazionali per la filiera vitivinicola italiana, visionaria comunicatrice nel mondo dei vitigni made in Sicily. Era attiva contro la violenza di genere. È inesplicabile immaginare una nuova vendemmia senza Lei. Siamo sgomenti. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la perdita che subisce la famiglia di Marisa, di cui ci sentiamo parte integrante anche noi”,

IL PARLAMENTO CORRE AI RIPARI.  Nel giorno dell’ultimo femmincidio, l’aula della Camera approva in via definitiva la proposta di legge sulle nuove norme al ‘Codice rosso’ per le vittime di violenza domestica e di genere.

Il testo, già votato dal Senato, ha ottenuto a Montecitorio 200 sì, nessun voto contrario e 61 astenuti (Partito Democartico e Alleanza Verdi e Sinistra). La norma si inserisce nell’ambito del cosiddetto ‘Codice rosso’: prevede un’ulteriore ipotesi di avocazione delle indagini preliminari da parte del procuratore generale presso la Corte d’appello, che ricorre quando il pm, nei casi di delitti di violenza domestica o di genere, non senta la persona offesa entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato.

In sede di dichiarazione di voto diversi i dubbi emersi sulla necessità di fare di più. “Per quanto importante, si tratta comunque di un ritocco non all’altezza della situazione. Non può essere questa l’unica risposta alla drammatica escalation di aggressioni, violenze, persecuzioni e femminicidi alla quale stiamo assistendo”, ha detto Mara Carfagna, presidente di Azione.

“In questo provvedimento ci poteva anche essere altro, ma bisognava passare dalle parole ai fatti in tempi brevi; aprire ora un dibattito su nuovi spunti di contenuto avrebbe allungato i tempi di approvazione”, le parole della presidente della Commissione di Inchiesta sul Femminicidio e le Violenze di Genere, Martina Semenzato (Noi moderati), sulla proposta di legge approvata dalla Camera.

“Questo argomento lo sento sulla mia pelle, questo drammatico problema l’ho vissuto in prima persona. Conosco bene il dramma che vivono queste donne”, ha spiegato nel suo intervento tra le lacrime la deputata del M5s Daniela Morfino. Le vittime “devono avere un segnale tangibile da parte nostra. A noi spetta il compito di sostenere e incoraggiare la denuncia”, ha aggiunto. “Il M5s vota a favore, ma dobbiamo fare un lavoro più serio, si deve fare molto di più”.

 

Articoli correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

CATEGORIE ARTICOLI

Articoli recenti