sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

LA PASSIONE CHE BRUCIA

Dopo dieci anni di lontananza, due ex amanti si scoprono vicini di casa. Sono entrambi sposati, ma riallacciano la loro appassionata relazione, che prende da subito una piega morbosamente violenta. Questa la trama del film di Truffaut “La signora della porta accanto” del 1981 con una coppia di interpreti che farà sognare il pubblico di tutte le età: Gerard Depardieu e la splendida Fanny Ardant. Nella recensione pubblicata su mymovies.it
Marzia Gandolfi scrive:

 

“François Truffaut guarda Le Dames de la côte alla televisione e scopre Fanny Ardant, il suo largo sorriso, i suoi occhi ardenti, la sua femminilità brillante e tragica. È un coup de foudre: Fanny Ardant sarà Mathilde, la sua signora della porta accanto e soprattutto la donna accanto nella vita.

Nella finzione è quella che ha amato dieci anni prima Bernard (Gérard Depardieu) di un amore distruttivo e adesso lo ritrova per fatalità nella casa accanto. È quella che può svenire in un parcheggio sotto i colpi di un bacio o mormorare con le cicatrici sui polsi che l’amore fa male.

Dieci anni dopo niente è cambiato, gli ex amanti sono diventati vicini, si sono rifatti una vita e si sentono cresciuti, finalmente capaci di diventare amici. Eppure i loro corpi non sentono ragione. Sono fatti per intendersi e per bruciare ancora.

Ma Mathilde e Bernard non si amano mai nello stesso momento e nella stessa misura. Il film avanza allora verso qualcosa di ineluttabile e dentro una topografia precisa. Davanti a Depardieu, colosso vinto dalla collera, Fanny Ardant si consuma.

Madame Jouve, eroina delle canzoni di Édith Piaf sopravvissuta all’amore, ci racconta la storia del loro amour fou. Una passione incompatibile col quotidiano. Né con te né senza di te è la conclusione del film. Bruciare insieme all’inferno è l’unica soluzione”.

Per mymovies.it il film di Truffaut è giirato con un tono sincero e a tratti malinconico, sempre emotivamente vicino agli stati d’animo dei suoi personaggi, La signora della porta accanto è un accurato resoconto dell’aspetto irrazionale e sfuggente dell’amore, abilmente rappresentato nella sofferenza repressa e negli improvvisi scatti di follia dei protagonisti (la Mathilde muta e disperata di Fanny Ardant nell’ultima parte del film non può non ricordare la tormentata Adele H. di Isabelle Adjani), così come nello scioccante finale tinto di noir.

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