Il Premio Nobel per la Letteratura 2023 va allo scrittore e drammaturgo novergese Jon Fosse, per “le sue opere teatrali e la sua prosa innovative, che danno voce all’indicibile”. Lo ha comunicato l’Accademia reale svedese. Fosse, 64 anni, esordì nella scrittura nel 1983 ed è reputato tra gli autori più significativi del teatro contemporaneo. Ha sperimentato diversi generi, dal racconto alla poesia, dalla saggistica ai libri per l’infanzia.
Diverse sue opere sono state tradotte in italiano da La nave di Teseo. Si legge inoltre sul sito del Nobel: ”La sua immensa opera scritta in norvegese Nynorsk e che abbraccia una varietà di generi è costituita da una vasta gamma di opere teatrali, romanzi, raccolte di poesie, saggi, libri per bambini e traduzioni. Sebbene oggi sia uno dei drammaturghi più rappresentati al mondo, è diventato sempre più riconosciuto anche per la sua prosa”.
Raggiunto dall’agenzia Reuters appena appreso del riconoscimento, Fosse si è detto “sopraffatto, e un po’ spaventato”, aggiungendo di ritenerlo “un premio alla letteratura che vuole innanzitutto essere letteratura, senza altre considerazioni”
Jon Fosse è nato ad Haugesund nel 1959. Intellettuale poliedrico, ha esordito nella scrittura nel 1983 con il romanzo Raudt, svart (“Rosso, nero”), sperimentando poi la narrativa breve, la poesia, la saggistica e la letteratura per l’infanzia. Nel 1992 il suo primo dramma, Nokon kjem til å komme (“Qualcosa sta per arrivare”). È inoltre ricordato per un dittico sul pittore norvegese L. Hertervig Melancholia (1995-96) e per intensi drammi quali Natta syng sine songar (“E la notte canta”, 1998) e Eg er vinden (“Io sono il vento”, 2007).
L’anno scorso a vincere era stata l’autrice francese Annie Ernaux, per “il coraggio e l’acutezza clinica” di libri radicati nel suo background in una piccola città della regione della Normandia, nel nord-ovest della Francia.
Gli altri riconoscimenti. Il premio per la medicina era andato all’ungaro-americana Katalin Karikó e allo statunitense Drew Weissman per le scoperte che hanno reso possibile la creazione dei vaccini a mRna, decisivi per contrastare Covid-19.
Martedì ad aggiudicarsi quello per la fisica erano stati il francese Pierre Agostini dell’Ohio University (Usa), l’ungherese Ferenc Krausz del Max Planck Institute di Monaco di Baviera e la francese Anne L’Huillier della Lund University (Svezia) per l’invenzione degli attosecondi, i segnali più brevi mai creati dall’uomo
Il riconoscimento per la chimica era stato assegnato a Moungi G. Bawendi, Louis E. Brus e Alexei I. Ekimov per la loro ricerca sui “punti quantici, nanoparticelle così piccole che le loro dimensioni ne determinano le proprietà”.
La cerimonia di premiazione è prevista per il 10 dicembre, anniversario della morte di Nobel.