A ottobre 2023, Finalmente 2024 – Ferrara ha presentato il suo programma politico-amministrativo incentrato sulla Felicità e il Ben-essere. Sono passati sei mesi e oggi il gruppo, di cui è portavoce Claudia Zamorani, è atteso a una sua prima prova impegnativa: le elezioni comunali. Zamorani è candidata, infatti, nella lista civica Anselmo sindaco. I temi al centro di quella presentazione con il trascorrere di così poche settimane sono diventati oggetto di dibattito e riflessione politica. Riproponiamo perciç la sintesi del programma che ne ha fatto, quel giorno, la stessa portavoce. (Nelle foto, sopra, la prima riunione al Bar La Farmacia; al centro, Claudia Zamorani davanti al suo primo manifesto elettorale).
di Claudia Zamorani
Proposte e spunti che non ti aspetti. Personalità decise e informate che potrebbero riempire pagine e pagine di un programma elettorale. Tante le proposte, anche di un assessorato (con portafoglio) alla Felicità interna lorda (Fil) perché il Prodotto interno lordo (Pil) da solo non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago.
E’ stata la sorprendente energia emanata dalla prima iniziativa del gruppo Finalmente 2024 – Ferrara, invitato sabato 7 ottobre al bar La Farmacia. Una prima presa di contatto dopo tanti messaggi, dialoghi e apprezzamenti sul web. Un incontro, il primo, per uscire dal mondo digitale, per conoscersi e parlare di visioni della città in vista delle prossime amministrative del 9 giugno 2024. Un caffè per uscire dall’indifferenza, è stato lo slogan scelto da Finalmente 2024-Ferrara.
La partecipazione, nonostante la concomitanza di tante altre iniziative, è stata la prima sorpresa della mattinata: folta e interessata a esprimere i punti essenziali per una nuova e innovativa azione amministrativa. Gli argomenti trattati sono stati vari, ciascun partecipante ha scritto le priorità da soddisfare facendo notare, nel contempo, i limiti dell’attuale amministrazione che si avvia alla scadenza di mandato.
In Canada, è stata l’esperienza raccontata da un’insegnante, esistono centri pubblici comunali per i giovani aperti fino a sera inoltrata dove bambini e ragazzi possono frequentare gratuitamente attività sportive (corsi di piscina, basket, pallavolo) e ricreative. A Bologna, con l’iniziativa ‘Scuole aperte’ la scuola rimane a disposizione dei ragazzi anche di pomeriggio e d’estate per attività ricreative, sportive, culturali e di accompagnamento allo studio, tutte rigorosamente gratuite. La scuola non è più il temporaneo parcheggio dei nostri figli, ma il primo motore della necessaria aggregazione e inclusione nella società e nel vivere bene.
Al contrario a Ferrara non esistono più luoghi di aggregazione (gratuiti) per ragazzi e per adulti e quei pochi che c’erano sono stati chiusi. Senza contare che le famiglie che non possono permettersi di pagare costose attività sportive pomeridiane ai propri figli o campi estivi da 130 euro a settimana a bimbo, sono costrette a tenere bambini e ragazzi a casa, dove finiscono col cadere nella voragine della solitudine digitale. Il disorientamento giovanile cui assistiamo in parecchi angoli della città ne è la riprova.
Anche il lavoro di qualità, un tema caro a Luca, deve rientrare tra le priorità invocate. Il lavoro giovanile dev’essere il punto cardine su cui una nuova amministrazione e la classe dirigente che saprà esprimere dovranno dare il massimo, di impegno e di iniziative. Come lo sviluppo sostenibile, la lotta all’inquinamento, le ciclabili e i raccordi tra ciclabili per rendere Ferrara davvero la città delle biciclette e dei ciclisti.
Altre idee: inclusione delle seconde generazioni di immigrati, partecipazione e consultazione continua dei cittadini in percorsi condivisi senza che il loro contributo si esaurisca con il voto. Tanta salute in una città a forte vocazione di anziani e più servizi socio-sanitari di prossimità; ma anche più Cultura, diffusa a tutti i livelli, e più Bellezza. Più supporti alle donne lavoratrici.
Più attenzione alle fasce deboli e ai disabili, ma anche ai giovani e agli studenti che arrivano in città e ai quali, oltre a essere fonte di ricchezza per affitti e bar, va offerta una città accogliente e a misura di giovani anche con la creazione di poli loro dedicati.E ancora, più inclusione, più solidarietà. Più visione di futuro. Più semplicità.
La stella polare dev’essere il FIL (Felicità Interna lorda), non più il tanto decantato Pil, che nel nostro Paese al suo aumentare non ha fatto altro che allargare il divario tra chi ha molto e chi non ha il sufficiente. Lo studio internazionale di un’università americana ha evidenziato un paradosso sfuggito a molti osservatori e sul quale è bene fare una riflessione. Ci siamo sentiti ripetere che il Pil è l’unità di misura del nostro vissuto.
Ebbene, la ricerca ha stabilito, con dati inoppugnabili, che all’aumento del Pil si abbassa il grado di felicità, e al contrario quando diminuisce, come avvenuto durante la pandemia, le persone si sentono più felici. Perché è solo la Felicità interna lorda che restringe un tale divario e, soprattutto, ci consente di sconfiggere l’indifferenza e la paura del futuro.