venerdì 22 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Il sindaco Fabbri scarica Moni Ovadia / A Ferrara vince il nuovo maccartismo

Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, non respingerà, come aveva invece sperato Vittorio Sgarbi, le dimissioni di Ovadia da direttore del Teatro Comunale “Abbado” . In una nota Fabbri sostiene che “nessuno può mettere in discussione la libertà di pensiero, la qualità intellettuale e le capacità artistiche di Ovadia”, ma venerdì metterà il suo placet sull’addio che sta scandalizzando mezza Italia.

“Anche per questo la sua scelta, oggi, mi rammarica, ma ovviamente la rispetto – prosegue Fabbri -. Ovadia rimarrà per altri tre mesi per questioni formali, quindi fino alla fine dell’ anno. Alla prima occasione possibile lo incontrerò personalmente per chiarire ogni aspetto”. Nella nota, il sindaco critica anche la politica culturale della passata amministrazione comunale a guida Pd.

LE DIMISSIONI CHIESTE DA FRATELLI D’ITALIA. Moni Ovadia, quindi, si dimetterà venerdì da direttore del Teatro Comunale. Un’uscita dovuta alla sua presa di posizione su quanto sta avvenendo nella Striscia di Gaza dopo l’attacco a Israele sferrato da Hamas.

Ovadia aveva addossato la responsabilità di quanto avvenuto il 7 ottobre al governo israeliano colpevole di aver fatto marcire la questione palestinese. “Non ho detto Viva Hamas” ha tenuto a dire l’attore ebreo la cui posizione critica verso la politica di Tel Aviv è nota e peraltro espressa varie volte in passato.

A chiederne le dimissioni  è stato il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni. In un’intervista al sito del Corriere della Sera, Ovadia fa sapere che non avrebbe voluto dimettersi visto che “da quando ho l’età della ragione sono schierato con  la libertà d’aspressione, ma alla fine ho preferito non danneggiare i lavoratori: sono e sarò sempre dalla loro parte”.

“La maggioranza del consiglio d’amministrazione del Teatro e del consiglio comunale sono contro di me – ha aggiunto nell’intervista a Chiara Maffioletti – quindi hanno tutti gli strumenti per mettermi all’angolo. Siccome sono un uomo libero, anticipo questa cosa ma constato che l’Italia è un regime, non è una democrazia neanche da lontano. Ho scritto cose molto più forti in passato” ha aggiunto Ovadia che equipara la situazione a un nuovo fascismo: “Si stigmatizza l’opinione della persone criminalizzandole”.

Ovadia dice di aver ricevuto moltissima solidarietà dai ferraresi e non solo, anche da alcuni colleghi di teatro. Dalle istituzioni, niente. E  conclude definendo l’Italia “il Paese con il più alto tasso di vigliaccheria che si possa concepire”.

***

La notizia delle dimissioni di Moni Ovadia e la nota di Alan Fabbri offrono spazio ad alcune considerazioni. La più evidente e che va quindi sottolineata  è che il sindaco abbia ceduto, a pochi mesi dalle elezioni comunali, gran parte della sua autonomia a Fratelli d’Italia, oggi il partito più forte della coalizione di centrodestra, che può permettersi di fare e disfare, perfino di assumere e rimarcare posizioni in linea con il sorgente maccartismo italiano o, se vogliamo, “balbonismo ferrarese”. Il tutto renderebbe palese, nonostante gli apprezzamenti per Ovadia tentino di mascherarle, una certa arrendevolezza e sudditanza della Lega e del suo massimo rappresentante istituzionale, che sarebbe poi lo stesso Fabbri. Il “tenersi buono il partito della Meloni” autorizza a pensare che Ferrara abbia un sindaco a sovranità limitata. (PdA)

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