di Claudia Zamorani
— Ogni giorno a rovistare nei giornali alla ricerca di qualche notizia, nella speranza che qualcosa sia cambiato, che si stia muovendo, perché manca poco, accidenti. Notizia che però non si trova mai, nessun cenno del disgelamento del ghiaccio, al dipanarsi della matassa. Come è possibile? Mancano solo 7 mesi per decidere se sarà un deja vu o una nuova visione di città: diversa da quello che c’è adesso, diversa anche da quello che c’era prima.
Domenica 22, dall’altra parte, serrano i ranghi, lo avete sentito? Hanno le assise e all’ordine del giorno anche il destino dei prossimi cinque anni qua a Ferrara, con collegamento con la premier, soprattutto, con le idee molto chiare.
Ci si immagina perciò dall’altra parte una tensione altrettanto grande, anzi di più considerato lo scarto da recuperare. Del resto Ferrara si è svegliata dall’indifferenza, i cittadini si sono autoconvocati e hanno portato avanti delle battaglie importanti in nome del bene comune e contro il prevalere dell’interesse particolari di certe lobby intrecciate al potere.
La società civile ha dato segno di grande maturità in questi mesi, grinta da vendere, idee molto chiare, fino ad arrivare a indicare una via ai partiti, che invece sono gli unici a non dare segni vitali, che vadano oltre la superficie e a un certo modo di fare politica vecchio e superato e che non vogliamo vedere più. I cittadini hanno dimostrato di essere molto più avanti dei partiti, lo capite? Siete rimasti indietro.
Cari partiti ma cosa state aspettando, si può sapere? Quanto tempo ancora dovremo leggere febbrilmente tutte le cronache locali per cogliere qualche vostro segnale?
Ve lo dobbiamo dire: ci sentiamo un po’ delusi e presi in giro. Perché sul fronte del 9 giugno ci sembra la stiate prendendo un po’ troppo sotto gamba. Oggi ci giochiamo il destino dei prossimi cinque anni, lo avete capito?
Ma la domanda più importante è questa: pensate di potere vincere il 9 giugno o l’avete già data per persa? Perché, ve lo diciamo con sincerità, sembrerebbe proprio di no, che non ci crediate neanche voi: da quello che fate (e non fate), dalla flemma che ci state mettendo (un anno per scrivere un programma, che ancora non c’è), dal giochetto di dire di volere un candidato civico solo per sembrare più disponibili e democratici, candidato che però vi scegliete voi, da soli, senza ascoltare la voce di noi cittadini.
Una via vi è stata indicata. Mettersi tutti attorno a un tavolo, partiti e società civile, per fare (in tempi stretti) un programma davvero condiviso e scegliere un candidato che davvero lo rappresenti. Quanto dobbiamo aspettare ancora? Lo capite che, senza di noi, non si vince? Noi siamo pronti. Voi?