venerdì 25 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Nuovi rischi idrogeologici / “Colpa dell’indiscriminato consumo del suolo”

Otto eventi estremi, fra nubifragi e trombe d’aria, in 24 ore in Italia.  Qualche esempio: in poche ore a Rocca Sigillina, in Toscana, sono piovuti 177 millimetri, mentre su Imperia e sulla friulana Resia ne sono caduti circa 156): è quanto ha registrato, la scorsa settimana, lEuropean Sever Weather Database (ESWD), ma il bilancio del ciclone Bernard, che sta attraversando l’Italia potrebbe essere più ingente; ad inizio di questa settimana, tra il 23 ed il 24 Ottobre, sono state già ben 21 le “bombe d’acqua”, localizzate soprattutto su Levante Ligure, Nord Friuli, Toscana e Lazio.

Sono questi i primi esempi del previsto stress meteo, cui sarà sottoposta la Penisola a causa dell’irruzione della fredda depressione subpolare (il cosiddetto ciclone d’Islanda) in un ambiente mediterraneo ancora eccezionalmente caldo per gli effetti dell’anticiclone africano. Alto è quindi il rischio idrogeologico come testimoniano le impennate di portata anche in corsi d’acqua, che da mesi ristagnavano a livelli bassissimi.

“Di fronte a questa fotografia del Paese è urgente un’assunzione di responsabilità collettiva verso un nuovo modello di sviluppo, che non sia basato sulla cultura del cemento e la riduzione delle campagne come, purtroppo, confermano i recenti dati diffusi dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’ Ambiente – evidenzia Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Alla politica ribadiamo la richiesta di approvare al più presto la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo, dispersa nei meandri parlamentari da ben 10 anni!”.

“Contestualmente – chiosa Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – è indispensabile valorizzare la figura dell’agricoltore nella manutenzione del territorio, dai monti alla pianura; dobbiamo essere consapevoli che viviamo in un ambiente gestito, cioè, adattato all’uomo: il cosiddetto agroecosistema. Non possiamo rimanere il Paese dei disastri annunciati”.

I grandi laghi del Nord Italia, fatta eccezione per quello d’Iseo (al 38,6% della propria capacità), sono in forte crescita e sopra la media del periodo: il Maggiore è cresciuto di 70 centimetri in due giorni ed è ora al 117,3% di riempimento, il Lario è ora al 79,4%; il Benaco al 70,7%.

Anche la Dora Baltea in Valle d’Aosta è cresciuta repentinamente, raggiungendo la portata di 20,4 metri cubi al secondo (mc/s), cioè circa +150% sulla media (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta). In Piemonte sono i finora assetati territori meridionali a registrare le maggiori cumulate di pioggia (in 24 ore, a Garessio, nel Cuneese, mm 71 ed a Cremolino, nell’Alessandrino, mm 63) e di conseguenza a veder schizzare in alto le portate delle aste fluviali: tra queste, il Tanaro ha registrato la crescita più repentina, salendo da mc/s 23,3 di una settimana fa agli attuali a mc/s 154 mc/s, dopo aver toccato addirittura mc/s 357! Bene anche la Toce (+220% in 7 giorni); una curiosità: sulle alture del Ronco Scrivia i venti hanno toccato i 150 chilometri all’ora.

In Lombardia, il fiume Adda registra una forte crescita (in una settimana da mc/s 166 a mc/s 616!); a guadagnarne sono anche le riserve idriche regionali, che già prima dell’ondata di maltempo erano superiori alla media del 7% circa. In Veneto, i fiumi Adige e Livenza crescono di quasi un metro, mentre più contenuto è l’aumento di portata in Piave e Brenta; invariato rimane il livello del Bacchiglione.

In Emilia-Romagna, soprattutto sul versante occidentale, i fiumi sono stati attenzionati per la paura, che si potessero replicare i disastri di 5 mesi fa, ma l’entrata in funzione delle casse di espansione ha mitigato le piene: i più minacciosi sono stati la Parma (+mm 8), il suo affluente Baganza (+mm 2,50), il Taro che ha toccato la portata di mc/s 245, cioè il valore più alto da Gennaio 2021 (solo 2 settimane fa, la portata superava di poco mc/s 1 mc/s); picchi di livello si registrano anche su Nure, Panaro, Secchia ed Enza (fonte: ARPAE).

Esempio dell’ormai conclamata localizzazione degli eventi atmosferici è il fiume Po, che resta sotto media in Piemonte, ma cresce soprattutto nelle sezioni emiliane e lombarde, dove raggiunge portate ben superiori alle medie storiche, grazie ai cospicui apporti degli affluenti appenninici. (In collaborazione con l’Agenzia Dire – www.dire.it)

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