I Campi Flegrei a Napoli sotto continua osservazione della Protezione Civile e degli scienziati dei Grandi Rischi. Si teme un accentuarsi del bradisismo ovvero del fenomeno di slittamento del terreno vulcanico che potrebbe causare problemi alla popolazione da anni residente nell’estesa area vulcanica.
Ebbene, oltre all’allerta rossa già esistente per i rischi derivanti dal vulcano, si andrà a una definizione più precisa del rischio bradisismico con l’istituzione di una zona rossa. Una volta delimitato il perimetro della cosiddetta zona rossa per il bradisismo, saranno compiuti tutti gli accertamenti necessari sulle strutture costruite nell’intera zona del perimetro. E tra le varie ipotesi c’è quella estrema di un abbandono della zona da parte di coloro che li risiedono.
Nell’area a maggior rischio vivono ben 500mila persone e in caso di allarme l’unica misura di salvaguardia della popolazione è l’evacuazione preventiva, secondo quanto si legge nel Piano nazionale di protezione civile. La zona rossa comprende i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, per intero; parte dei comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del comune di Napoli. L’allontanamento della popolazione dalla zona rossa inizia con la dichiarazione della fase di “allarme”.
Sui Campi Flegrei “abbiamo definito la zona rossa legata al rischio bradisismo” ed è un’area che “coinvolge circa 85mila persone e 15mila edifici”. Lo ha annunciato il ministro per la protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con i sindaci dell’area, i vertici di Ingv e commissione Grandi Rischi e il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio
“La popolazione deve essere costantemente informata su eventuali rischi naturali del territorio nel quale vive – ha detto poi in commissione Ambiente alla Camera il ministro della Protezione civile Nello Musumeci – vivere e lavorare all’interno di un’area vulcanica attiva come quella dei Campi Flegrei è una condizione che va necessariamente presa in considerazione, sempre”.
Musumeci spiega che bisogna “tenere ferme alcune condizioni. Evitare le aree a rischio immanente o pericoloso. Conoscere il rischio con cui si sceglie di convivere per programmare e sviluppare la vita delle famiglie e delle imprese in modo consapevole. Realizzare gli interventi strutturali appropriati, sapendo che possono ridurre ma non eliminare il rischio di danni anche gravi. Essere pronti a porre in essere quelle misure precauzionali qualora la situazione lo richiedesse, compreso il definitivo abbandono di quelle stesse aree qualora il manifestarsi dei fenomeni dovesse raggiungere intensità incompatibili con la permanenza delle comunità”.
Il ministro dice di voler esprimere “in questa prospettiva di incertezza, un auspicio” e aggiunge: “Cerchiamo sempre di non dimenticarci del rischio, ma di partire dal rischio per orientare le nostre scelte, come nazione, verso aree e territori maggiormente adatti. La crescita demografica ci ha spinto a occupare porzioni sempre più estese del nostro territorio, molto spesso anche luoghi che sarebbe stato opportuno non utilizzare”.
“Noi pensiamo di attivare un monitoraggio sulla cosiddetta zona rossa, non del rischio vulcanico, che c’è già, è definita e tutti la conoscono, ma del rischio bradisismico, per la quale la comunità scientifica ha già definito, e questa è una notizia nuova, un perimetro del quale io oggi pomeriggio parlerò con gli amministratori locali”, spiega il ministro della Protezione civile.
“Una volta stabilito il perimetro – ha aggiunto – il governo passerà alla fase esecutiva prevista da uno degli articoli del decreto: accertare la vulnerabilità del costruito, pubblico e privato, all’interno di quella zona rossa bradisismica”.
“Se la commissione avesse ritenuto di dover raccomandare alla Protezione civile un’allerta arancione, lo avrebbe fatto”. Lo ha detto Eugenio Coccia, presidente della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi, nel corso della sua audizione alla Camera in Commissione Ambiente sul dl recante misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei. “Fare previsioni – ha proseguito – è difficile. Se ci sono elementi per dire oggi che il livello giallo sicuramente andrà a livello arancione, non è così. Che ci sono elementi per intensificare la preparazione ci è sembrato onesto dirlo”.
Coccia ha rimarcato: “Ragionando sul lungo termine c’è abbastanza per poter dire di intensificare il monitoraggio e la preparazione. C’è qualcosa che ci ha fatto alzare il sopracciglio e ci ha fatto dire attenzione monitoriamo più spesso, monitoriamo tutti i parametri e andiamo a prepararci”.”.