Un minuto di silenzio. Ma anche un minuto di rumore in molti licei d’Italia, quello osservato da studenti e studentesse alle 11 di oggi in onore di Giulia Cecchettin e di tutte le donne abusate di vittime di violenza, in una settimana che culminerà con le marce organizzate per sabato 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. A Napoli è intervenuto il ministro Valditara.
Ma il silenzio non basta più, anzi. Perché se è vero che ha valore simbolico e di riflessione, nel 2023 e a fronte al numero di donne ammazzate per mano di una cultura di abuso che, in un anno ancora non terminato, conta già 83 vittime (e nella notte arriva la notizia della morte di una donna, forse la numero 84, per mano del marito settantenne nelle Marche), il silenzio non era stato dato per scontato e così in molte scuole non si è verificato.
Con pugni sui banchi e tintinnii di chiavi, a far rumore già ieri erano stati i colleghi di Giulia, studentesse e studenti come lei, all’università di Padova, dove la ragazza la scorsa settimana si sarebbe dovuta laureare, incitati anche dalle parole della sorella Elena: “Non fate un minuto di silenzio per Giulia, ma bruciate tutto ora serve una sorta di rivoluzione culturale”.
Intanto si apprende che ci sarebbe un testimone che ha assistito all’aggressione a Giulia Cecchettin da parte di Filippo Turetta ripresa dalle telecamere di sorveglianza dello stabilimento Dior sabato sera al parcheggio in via Quinta Strada a Fossò. Si tratterebbe di un addetto alla sorveglianza dello stabilimento che da dentro la guardiola avrebbe assistito alla scena e sentito la urla della giovane. La guardiola è presidiata tutte le notti da addetti alla sicurezza.
La notizia del testimone è confermata da fonti accreditate che riferiscono inoltre “che sarebbe stato proprio l’addetto alla sorveglianza di turno in quelle ore a riferire ai carabinieri che Giulia urlava ‘mi fai male'”. Le telecamere a circuito chiuso che hanno registrato la scena infatti non hanno audio e non puntano direttamente sulla strada pubblica ma sul parcheggio di Dior e hanno quindi ripreso la scena parzialmente.
Secondo la ricostruzione cronologica della Procura è alle 23.18 che il teste segnala l’aggressione in via Aldo Moro, a circa 150 metri da casa Cecchettin. Una voce femminile urla “così mi fai male” chiedendo ripetutamente aiuto; poi il teste vede “calciare violentemente una sagoma che si trovava a terra” e poi la Punto allontanarsi. E’ qui che sono state trovate tracce di sangue e un coltello da cucina di 21 centimetri, senza manico, assieme un’impronta di calzatura, sporca probabilmente di sangue.
Dalle telecamere di Fossò, distante da Vigonovo circa 6 chilometri, è quindi emerso che Giulia, ferita ma non gravemente, sarebbe riuscita a fuggire venendo inseguita da Filippo, che l’ha scaraventata a terra, cade all’altezza del marciapiede e non si muove più. L’aggressore la muove, poi va a prendere la macchina, la carica probabilmente nel sedile posteriore e fugge. Sul marciapiede sono stati poi trovati sangue con capelli sullo spigolo stradale e un pezzo di nastro telato argentato intriso di sangue e capelli “probabilmente applicato alla vittima per impedirle di parlare”, scrive il giudice.
Anche qui è stata poi trovata una impronta sporca di sangue di una calzatura, risultata compatibile con quella del parcheggio di Vigonovo. Erano le 23.40; alle 23.50 la Punto nera è uscita dall’area, poi è stata vista in vari punti delle province di Venezia, Treviso. L’ultima inquadratura è alle 9.07del 12 novembre, da Cortina in direzione Dobbiaco.
Giulia è stata accoltellata a 150 metri da casa, poi finita nella zona industriale di Fossò, dove la scena ripresa da una telecamera di videosorveglianza mostra i suoi ultimi istanti di vita. E’ quanto ricostruiscono le indagini e viene scritto nell’ordinanza di custodia cautelare contro l’ex fidanzato. Nel dispositivo si spiega come l’ipotesi è che una volta che l’ex coppia si ferma nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo, “a 150 metri” da casa Checchettin, Giulia viene aggredita da Filippo “probabilmente servendosi di un coltello”, ma la morte sarebbe avvenuta nella zona industriale, quando il ragazzo la spinge con violenza a terra e la 22enne studentessa sbatte la testa.