venerdì 22 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

“SIETE TROPPI”

Sono entrati in forza negli giornali fino  a qualche settimana fa in mano alla Gedi e partono chiedendo pre-pensionamenti e riduzione del personale, non solo giornalistico. Sono imprenditori e banchieri del NordEst. L’avventura editoriale è partita con la richiesta di 18 prepensionamenti tra i poligrafici da parte del Nord Est Multimedia Spa, la società editrice che fa capo a Enrico Marchi, presidente dello scalo aeroportuale di Venezia e presidente del Gruppo Banca Finint.

Dal primo novembre Nel ha ufficialmente acquisito, per un cifra – mai in verità confermata – compresa tra i 30 e i 40 milioni, la titolarità delle sette testate venete e friulane ex Gedi: Il Corriere delle Alpi, Il Piccolo, Messaggero Veneto, La Nuova Venezia, Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso e il sito NordEst Economia.

L’incontro, convocato il 6 dicembre per discutere l’accordo sullo smart working, che scade a fine dicembre, e dunque per stabilire come e se rinnovarlo, è stata l’occasione per la nuova proprietà per comunicare ai Comitati di redazione delle sette testate che, oltre ai 18 poligrafici, sono previsti 35 prepensionamenti anche tra i giornalisti entro il 2024. Numero che, però, potrebbe salire a 40 se si dovesse scavallare il 2025. Interessati al prepensionamento sono i nati nel 1963. L’organico complessivo è ora di poco superiore alle 140 unità.

Nell’incontro, a cui hanno partecipato Giuseppe Cerbone, l’amministratore delegato di Nem, ex Ansa, ex Sole 24 Ore e il capo del personale Rome Marrocchio, è stato assicurato che, come vuole la legge, ci sarà un’assunzione ogni due uscite. Anzi, è stato detto che l’intenzione è fare anche altre assunzioni, non si sa quante e di quale profilo. La Nem lamenta conti non in equilibrio, specie per le testate venete, mentre l’unico bilancio in positivo sarebbe quello del Messaggero Veneto di Udine.

La Nem definisce l piano dei prepensionamenti “un’opportunità”, tanto che proprio la mattina del 7 dicembre i rappresentanti dei sindacati poligrafici hanno “condiviso il piano di riorganizzazione da presentare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali” e quanto ai chiarimenti in merito alle garanzie occupazionali e le intenzioni dell’azienda a garanzie dei lavoratori, si legge in una nota, “riteniamo siano sufficienti per procedere di comune accordo con la richiesta che verosimilmente avrà risposta entro questo mese”.

Il prepensionamento, si legge nei primi due punti del comunicato sindacale che porta la firma di Rudi Girotto, Nicoletta Ramani e Lorenzo Zambelli, è stato richiesto “per 18 colleghi, di cui 2 con più di 38 anni di contribuzione, 11 con 35 anni al 31 dicembre 2023 e 5 che matureranno nel 2024”. I primi due avranno “sicuro accesso già alla presentazione; per il gruppo di 11, quelli con 35 anni di contributi, bisognerà attendere e sperare nel rifinanziamento che, a detta della Fieg, ‘sembra’ ben indirizzato e presto lo sapremo”.

La Fieg, tuttavia, ricorda inoltre che allo stato attuale “ci sono più di trecento richieste da evadere”, quindi “per i cinque colleghi che matureranno i 35 anni nel corso del 2024, invece, si tratta di una ‘scommessa’ ma sempre meglio provarci”. Ecco “l’opportunità” di cui parla la Nem, risparmi per la società editrice, vantaggi per i lavoratori nel chiudere un rapporto di lavoro allo stato incerto.

Questo per i poligrafici, dunque, mentre le redazioni dei giornali veneti sono reduci dalle conseguenze di uno stato di crisi che nel 2017 ha semi-svuotato le postazioni ai computer. Ora ci si interroga su quali e quante figure integrare anche in relazione alle uscite programmate e sul come condurre lo stato di crisi. Domande che al momento non trovano risposte certe.

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