Lo sciopero nazionale di 24 ore dei trasporti venerdì 15 dicembre? Per Salvini non si deve fare e per questo motivo incontrerà oggi al ministero i rappresentanti di alcune sigle sindacali di base per dire loro che “il diritto allo sciopero è sacrosanto, ma non lo fai il penultimo venerdì prima di Natale”.
Lo sciopero – ha ricordato l’Atm di Milano – è stato indetto “per il libero esercizio diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, per il superamento dei salari di ingresso, contro il dispendio di soldi pubblici per appalti e subappalti che offrirebbero servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato, per il blocco delle privatizzazioni, per la sicurezza sul lavoro e del servizio, per il salario minimo, per una legge sulla rappresentanza, per il blocco delle spese militari”.
Sono stati convocati al ministero dei trasporti Cub Trasporti, Cobas, Adl Cobas, Sgb, Al Cobas e Usb che hanno indetto lo sciopero di 24 ore che riguarda metropolitane, bus e tram. “Tale convocazione è il preludio alla precettazione con cui il Ministro dei Trasporti ridurrà a 4 ore l’astensione dal lavoro degli autoferrotranvieri in lotta per salari, miglioramento delle condizioni di lavoro, sicurezza per addetti e utenza, investimenti pubblici per il settore”, proclamano i sindacati.
“Salvini dice di voler tutelare il diritto alla mobilità ma non interviene per combattere i ripetuti incidenti che si moltiplicano sulle linee ferroviarie e che continuano a produrre morti tra i lavoratori e i cittadini. La sua ipocrisia è uno schiaffo alla cittadinanza e dimostra il disprezzo che nutre verso le libertà democratiche. È l’uomo dei decreti sicurezza ma in realtà il suo obiettivo è colpire le libertà democratiche perché quando c’è da intervenire proprio in materia di sicurezza, per esempio sul lavoro, si gira dall’altra parte- si legge in un comunicato del sindacato Usb- Come ministro delle infrastrutture è responsabile della completa dimenticanza della drammatica crisi abitativa che vive il nostro Paese e invece di porsi il problema di affrontare la questione preferisce dedicarsi al disastroso progetto del Ponte di Messina”.
“L’attacco al diritto di sciopero è solo uno dei tanti campi nei quali assistiamo da tempo ad una riduzione delle libertà e delle agibilità democratiche – dicono i sindacati – L’ultimo decreto sicurezza del governo Meloni, le condanne inflitte ad attivisti sociali e sindacali, i divieti sempre più ampi a manifestare e, più in generale, i progetti di rivisitazione della Costituzione configurano un piano di torsione autoritaria del sistema. Un vero e proprio progetto politico e culturale dal sapore reazionario che sta investendo l’intera società“.