Un’inchiesta che preoccupa il governo Meloni. E’ quella della Procura della Repubblica di Roma che ha portato agli arresti domiciliari di Tommaso Verdini. Corruzione e turbativa d’asta in concorso sono le accuse contestate dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta per la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari per il figlio dell’ex parlamentare Denis, che risulta anche lui indagato, e altre quattro persone. L’inchiesta riguarda commesse Anas. Per altri due indagati è stata disposta una misura interdittiva di un anno.
L’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie per un importo complessivo di 180 milioni di euro. È l’appalto Anas al centro dell’indagine della Procura di Roma. In un nota, la Procura afferma che è stata data esecuzione a un’ordinanza emessa dal Gip applicativa degli arresti domiciliari nei confronti di tre imprenditori e due responsabili di una società di consulenza per i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti.
Per gli stessi reati è stata disposta, inoltre, la misura interdittiva della sospensione dallo svolgimento del pubblico ufficio nei confronti di un dirigente e di un funzionario di Anas, quali avrebbero messo a disposizione di privati le proprie funzioni pubbliche -fornendo informazioni e documenti riservati ovvero avvicinando indebitamente membri delle commissioni di gara – al fine di garantire alle imprese rappresentate dagli odierni arrestati l’affidamento di lavori per il risanamento strutturale di gallerie, per un importo complessivo di 180 milioni di euro. Le utilità promesse, per come ricostruito dalla Guardia di Finanza, sarebbero consistite nell’intervento dei consulenti arrestati per far ottenere funzionari indagati avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali di Anas.
L’ indagine era partita a maggio scorso e a luglio la Guardia di Finanza, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Ielo, aveva eseguito alcune perquisizioni sia nell’abitazione di Tommaso Verdini sia negli uffici della società Inver, che si occupa di consulenze ad aziende che partecipano a gare d’appalto per lavori pubblici.
Secondo l’ipotesi accusatoria, Verdini, utilizzando la Inver, facilitava le ditte a partecipare e a vincere appalti con l’Anas attraverso l’accesso a informazioni riservate, a cui avrebbe avuto accesso Verdini, sui bandi di gara, che a sua volta apprendeva dai dirigenti Anas, finiti nell’indagine, in cambio di denaro.
Tommaso Verdini è il fratello di Francesca Verdini, compagna del ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini.
LE REAZIONI. Chiediamo un’informativa urgente del ministro Salvini. Il M5S chiede che” il titolare delle Infrastrutture e dei trasporti “venga immediatamente, urgentemente a riferire sul sistema di consulenza e appalti pubblici banditi da Anas.
Agli arresti domiciliari Tommaso Verdini, presidente della Inver, che si sarebbe occupato di mediare tra imprenditori e dirigenti Anas, anch’essi destinatari di misure cautelari. Sono tutti accusati di corruzione e turbata libertà degli incanti”. Così in Aula alla Camera Federico Cafiero de Raho, deputato del M5S, durante l’esame della legge di Bilancio.
“È gravissimo quanto sta accertando la procura di Roma, che riscontra il rischio da sempre evidenziato dal M5S circa la diffusione della corruzione per l’assenza di regole e di misure di vigilanza e prevenzione. Secondo quanto si apprende dagli articoli, incontri sarebbero avvenuti in bar e ristoranti anche con politici o esponenti di vertice del Mef. Bisogna che il Parlamento sappia in quale misura i fatti coinvolgano Anas, per quanti e quali appalti, quali le misure adottate per prevenire la corruzione, quale coinvolgimento di esponenti delle istituzioni”, ha aggiunto-