Politica estera e interna, riforme, europee, migrazioni, Mes e Patto di Stabilità, difesa delle concessioni balneari Sono tanti i temi su cui la presidente del Consiglio ha risposto a 42 domande nella conferenza durata tre ore. Forti critiche sono arrivate da Conte: “La Meloni si è piegata ai voleri di Francia e Germania ammettendo però di non essere soddisfatta dell’accordo. E allora perché ha detto sì?”. Alla conferenza di fine anno non hanno preso parte i giornalisti della Fnsi per protestare contro la legge bavaglio che limita di parecchio il diritto di cronaca e di essere informati.
«L’on. Pozzolo è stato irresponsabile. Ho chiesto che venga sospeso da Fratelli d’Italia». Giorgia Melon ha preparato con cura la risposta da dare suk caso del parlamentare prrprietario della pistola con cui la notte di Capodanno, durante il veglione, è stato esploso un colpo che ha ferito un 31enne, genero di un agente della scorta del sottosegrario Delmastro, sempre di FdI.
La presidente del Consiglio nella conferenza di fine anno rinviata più volte a causa di una indisposizione ha spiegato che il punto non è che il deputato del suo partito avesse un’arma. «Pozzolo dispone di un porto d’armi per difesa personale. Ha chiesto quel permesso all’autorità competente e quel permesso è stato accordato…La questione è un’altra. Chiunque detenga un’arma ha il dovere morale e legale di custodirla con responsabilità e serietà. Pozzolo non l’ha fatto e per questo c’è un problema con quello che è accaduto…».
“In ogni caso qualcuno non è stato responsabile. E se questo è grave per un italiano qualsiasi, figuriamoci per un parlamentare, figuriamoci per un parlamentare di Fratelli d’Italia… Per questo ho chiesto sul piano politico che venga deferito ai probiviri di Fratelli d’Italia e che nelle more del giudizio venga sospeso da Fratelli d’Italia».
Il tema Pozzolo per molti osservatori si lega a quello della selezione della classe dirigente. Meloni difende la struttura del suo partito ma mette in chiaro ancora una volta il fatto che la responsabilità non va mai messa in secondo piano.
«C’è sempre qualcuno che può fare errori e cose sbagliate ma non sono disposta a fare questa vita, con la responsabilità che ho sulle spalle se le persone che sono accanto a me non capiscono questa responsabilità. Non accade spesso ma per come affronto io e le persone a me vicine, vale la pena ricordare che questa responsabilità vale per tutti. E su questo intendo essere rigida».
Ma c’è anche il caso Anas-Verdini a preoccupare non poco la maggioranza. «Sul caso Tommaso Verdini ho trovato virgolettate dichiarazioni mai fatte, neanche in privato, è una cosa che mi preoccupa… Non ho avuto cose da dire perché non ho gli elementi per commentare il fatto, sulla questione bisogna attendere il lavoro della magistratura e commentare quelli, quanto letto è che le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in cause e penso che non debba riferire in Aula su questa materia».
«Non mi pare che Salvini – ha spiegato la Meloni – sia stato chiamato in causa nei documenti che ho». Poi un affondo nei confronti del partito democratico: «Da quanto so l’unica tessera di partito di Tommaso Verdini mi risulta fosse quella del Pd, con questo governo affaristi e lobbisti non passano un bel momento, penso che diversi attacchi scomposti siano figli di questo”.
GLI ALTRI TEMI DELLA CONFERENZA STAMPA
ELEZIONI EUROPEE. La Meloni non ha ancora deciso se candidarsi alle europee “devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro dal presidente del Consiglio. Perché penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader della maggioranza. Penso che la mia eventuale candidatura potrebbe portare anche altri leader a fare la stessa scelta che potrebbe diventare un test di altissimo livello”.
Parlando ancora del voto europeo e di eventuali alleanze, ha detto: “Non sarei disposta a fare una maggioranza stabile in Parlamento con la sinistra”, un “ragionamento diverso” è il sostegno, “quando si forma la nuova Commissione” dove “quando si fa un accordo” e “ciascuno nomina un commissario poi i partiti di governo” tendono a votare a favore dell’accordo. La premier ha ricordato che nel caso di Ursula von der Leyen la Commissione è stata votata da partiti come il Pis polacco che poi “non hanno fatto parte della sua maggioranza”.
Draghi presidente della commissione Ue? “Oggi parlare del totonomi è buono per fare dibattito ma non è il tema, il vero tema è cosa debba fare la commissione. Credo che sia impossibile parlare oggi di chi potrebbe guidare la commissione, Draghi ha dichiarato di non essere disponibile, sono due elementi da considerare”.
“Non auspico, non voglio e non lavoro a un rimpasto dei ministri – dice Meloni – Sono contenta della mia squadra, del clima che c’è, del lavoro che stiamo facendo, poi tutto si può migliorare”. Poi per le elezioni europee si vedrà “caso per caso” quando ci saranno le scelte “dei partiti con le candidature, io non le sto seguendo”. “Per ora abbiamo parlato dell’ipotesi di candidare i tre leader del partito della maggioranza, è corretto fare insieme” questa riflessione ma “mi pare presto: io non lavoro per ottenere un rimpasto.
GUERRA IN UCRAINA. “Differentemente da quello che sostiene chi dice che non dovremmo mandare armi, perché così si costruisce l’escalation, io credo che sia l’esatto contrario. L’unica possibilità che in Ucraina c’è di arrivare ad un qualsiasi soluzione diplomatica è mantenere l’equilibrio tra le forze in campo e se avessimo fatto quello che ci era stato proposto da chi ci dice che non avremmo dovuto sostenere l’Ucraina non avremmo avuto nessuna pace ma un’invasione, una guerra più vicina a casa nostra”.
MES. “Esiste da tempo e penso che nella reazione dei mercati si legga una consapevolezza rispetto al fatto che è obsoleto. Forse la mancata ratifica da parte dell’Italia può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace”. Poi ha aggiunto: in Parlamento “non c’è mai stata una maggioranza” per approvare la ratifica, “perché l’ex governo Conte l’ha sottoscritta quando sapeva che non c’era una maggioranza per approvarla? Ha messo l’Italia in una situazione di difficoltà”.
SI’ AL CONFRONTO TV CON LA SCHLEIN. Alla domanda di Sky TG24 se sarebbe disponibile a un confronto televisivo con Elly Schlein, Meloni ha risposto: “Mi impegno volentieri, credo che sia normale, credo che sia giusto che il presidente del Consiglio si confronti con il leader dell’opposizione prima della campagna elettorale e delle elezioni europee. Non mi sono mai sottratta e non lo farò stavolta”. Riguardo al tema del confronto la Meloni ha aggiunto: “Sulla condizione femminile siamo intervenuti a vari livelli, non credo dovrebbe essere solo questo l’oggetto del confronto, indipendentemente dal fatto che siano donne due leader politici si occupano di tutte le materie. Adesso non so dirle la sede, dove lo facciamo, non so se Elly Schlein sia disponibile, però insomma non mi faccia prendere impegni sul dove, capisco che giustamente lei ha anche messo diciamo un chip sulla questione avendolo chiesto, sono disponibile a fare il confronto”-
TASSI D’INTERESSE ED EXTRAPROFITTI. “Io confido che lungo questo anno si possa essere ragionevoli e immaginare una diminuzione dei tassi di interesse, che libererebbe diverse risorse che abbiamo da pagare sul debito pubblico. La tassazione sugli extraprofitti delle banche “per lo Stato è un’operazione win win”, dice Meloni. “Avevamo varato una tassa su un margine giusto, non aveva intento punitivo. In sede di conversione c’è stata l’aggiunta della possibilità di accantonare un importo pari a 2 volte e mezzo l’importo della tassa in una riserva non distribuibile. Aumentando le riserve aumenta il credito ai cittadini. Se si optasse per questa seconda ipotesi ciò comporterebbe un aumento del credito. E nel medio periodo alcune banche pagheranno più tasse”.
IL CASO DEL GIUDICE DELLA CORTE DEI CONTI. “Io ho da chiedere alla sinistra se sia normale che persone nominate per incarichi super partes si comportino da militanti politici”, dice Meloni parlando del caso Degni. “Mi ha colpito che non ci sia stato nessuno a sinistra a dire due parole: Paolo Gentiloni che l’ha nominato, Elly Schlein, io vengo chiamata in causa per qualsiasi cosa. Un magistrato della Corte dei conti che come incarico ha quello di mettere in sicurezza i conti pubblici che spera per ragioni politiche che l’Italia vada in esercizio provvisorio un po’ di preoccupazione la mette”.
IL PREMIERATO NON TOCCA I POTERI DEL QUIRINALE. Rispondendo a una domanda sul premierato, Meloni ribadisce: “Non vedo in cosa l’elezione diretta del capo del governo significhi togliere potere al Capo dello Stato. Quando ho presentato la riforma costituzionale del premierato, la prima cosa che ho detto è di non toccare poteri del presidente della Repubblica e non li tocchiamo. Manteniamo intatto il ruolo del presidente perché è giusto così e perché è sempre stato una figura di assoluta garanzia. Si crea secondo me un equilibrio che è un buon equilibrio, si rafforza la stabilità dei governi”
Meloni e il fuorionda: “Sto a mori’, regà'”. Poi interrompe la conferenza stampa e scappa in bagno dopo essersi scusata con i giornalisti: “Signori devo andare in bagno, non so come fare, giuro vorrei farcela per altre tre domande, posso un secondo, che devo fare, scusatemi”. Dopo quasi tre ore la presidente del Consiglio si è rivolta così ai presenti alla conferenza stampa per chiedere una breve pausa. Il portavoce l’ha quindi accompagnata fuori dall’aula.
CONTE AL CONTRATTACCO SUL PATTO EUROPEO