sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Gli Usa: “Possibile importare farmaci a costi più bassi”. Big Pharma si oppone

La F.D.A. (Food and Drug Administration) ha rilasciato la prima approvazione per l’importazione di massa di farmaci negli Stati Uniti dal Canada. L’agenzia ha autorizzato la Florida ad acquistare farmaci direttamente dai grossisti in Canada, dove i prezzi sono molto più bassi. Le aziende farmaceutiche si oppongono, però, al piano. La notizia è stata riportata con ampio risalto dal New York Time.

Le potenti lobby del farmaco, è facile prevedere, daranno vita ora a una serie di ricorsi nei vari tribunali per impedire che questa clamorosa decisione vada ad intaccare i grandi utili delle aziende farmaceutiche raccolte in quella che in America viene chiamata Big Pharma.

Per comprendere quanto sia forte la potenza di fuoco delle aziende del farmaco e i meccanismi con cui operano senza badare al diritto alla salute, basta ricordare che non molti anni fa, si era nel 2019,  negli Stati Uniti esplose l’ennesimo scandalo della sanità pubblica, ovvero la connection del dollaro che lega le cure della salute. Quarantaquattro Stati americani  fecero causa a 20 case farmaceutiche, le più grandi società americane, accusate di aver creato un cartello con il quale avevano alzato fino al 1000% (vale a dire di dieci volte) il prezzo di 100 farmaci generici, molto comuni e diffusi.

Tra le società coinvolte c’erano Teva, Pfizer, Novartis e Mylan, oltre a 15 dirigenti del commerciale e del marketing responsabili del prezzo dei medicinali. L’attività fraudolenta di cartello dei Big Pharma sarebbe avvenuta tra il giugno 2013 e il gennaio 2015, secondo le accuse. Il cartello industriale avrebbe ritoccato al rialzo senza motivo i prezzi di medicinali molto diffusi, come gli antibiotici, i farmaci a base di fenofibrato contro il colesterolo alto, i contraccettivi, i farmaci anti-tumorali, i fluidificanti del sangue, i medicinali per il trattamento dell’Aids a base di lamivudina e zidovudina, i medicinali anti depressivi.

Che cosa  scoprì l’inchiedsta americana? «Sappiamo tutti che i medicinali possono essere molto costosi. Ora però sappiamo che i prezzi alti sono stati causati in parte da un accordo illegale tra i produttori di farmaci generici per gonfiare i loro prezzi», scrisse Gurbir S. Greval, il procuratore capo del New Jersey che ha portato avanti le indagini. Al centro del cartello, secondo l’accusa, ci sarebbe stata la filiale americana del colosso del farmaco israeliano Teva Pharmaceuticals.

Teva, sostennero gli inquirenti, nel periodo considerato ha alzato i prezzi di circa 400 prodotti farmaceutici legati a 112 medicinali generici. La società viene descritta come la capofila della gigantesca frode, con una condotta definita «pervasiva a livello industriale»,con la quale sarebbero stati raggiunti accordi tra le aziende concorrenti sui generici, una sorta di cooperazione per aumentare i prezzi volta a far mantenere alle varie società «una giusta quota di mercato» nei farmaci generici. Scrivono gli inquirenti: «I concorrenti nell’industria dei farmaci generici comunicavano in modo sistematico e routinario una con l’altra direttamente, per dividersi i clienti creando un equilibrio artificiale nel mercato, e quindi mantenere dei prezzi alti e anti-competitivi».

Teva nella bufera. Teva, che è tra le più importanti società mondiali di farmaci generici (è bene ricordare che accettò di pagare una multa di 4,2 miliardi di dollari per la diffusione degli oppioidi) negò tutte le accuse. «Teva continua a riesaminare la questione internamente e non è impegnata in nessuna condotta che possa comportare responsabilità civili o penali», scrisse in una nota. Il colosso israeliano, 13,1 miliardi di market cap in Borsa, fu travolto da un’ondata di perdite con un calo vistoso nelle quotazioni. “Abbiamo telefonate registrate ed ex dirigenti insider delle aziende con cui crediamo di poter provare la cospirazione pluriennale per stabilire i prezzi e dividere le quote di mercato per un grande numero di farmaci generici», aggiunse il procuratore generale del Connecticut, William Tong, lo Stato dove le indagini multi-stato sono partite cinque anni fa.

Nel mirino anche Mylan e Pfizer. Nel febbraio 2018 diversi giornali americani criticarono Teva e i costi alti dei suoi farmaci generici portando come esempio quello di un flacone con 100 compresse per il trattamento della Malattia di Wilson, vendute a 18.375 dollari. Polemiche anche su Mylan e la sua pistola di auto iniezione con l’adrenalina da usare contro i casi di shock anafilattico il cui prezzo è stato alzato da 100 a 600 dollari. Anche Pfizer ha negato tutte le accuse che toccano la controllata Greenstone che produce farmaci generici, annunciando che si sarebbe difesa in tutte le sedi dagli addebiti dei 44 Stati americani.

Gli inquirenti sostengono che il cartello tra le Big Pharma abbia pesato sui bilanci delle casse federali per «diversi anni» con i maggiori costi creati da questa «frode multi miliardaria» che ha danneggiato l’efficacia dei programmi sanitari come Medicare e Medicaid.

Oggi, con la decisione dei ammettere l’importazione dal Canada di farmaci dal prezzo molto più conveniente, ci sarà da osservare le reazkioni di Big Pharma.

La F.D.A. degli Stati Uniti ha comunicato “di aver autorizzato il programma di importazione di farmaci dell’Agenzia per l’amministrazione sanitaria della Florida previsto dalla  legge federale sugli alimenti, i farmaci e i cosmetici (FD&C Act). Si tratta del primo passo del percorso che porterà la Florida a facilitare l’importazione di alcuni farmaci da prescrizione dal Canada, Paese in cui i farmaci hanno un  costo molto più basso rispetto agli Stagti Uniti.

Attraverso questo percorso, l’Agenzia può autorizzare le proposte di programma di importazione (SIP) della sezione 804 da parte di Stati o tribù indiane per importare determinati farmaci da prescrizione dal Canada se il SIP ridurrà significativamente il costo per il consumatore americano senza imporre ulteriori rischi per la salute e la sicurezza pubblica.

Il tutto è nato da un Ordine Esecutivo del Presidente Joe Biden sulla promozione della concorrenza nell’economia americana che ha incaricato la FDA di lavorare con gli Stati e le tribù indiane su questi piani per ridurre i costi per i consumatori americani, sostenendo al contempo la salute e la sicurezza pubblica.

Il programma di importazione della Florida è autorizzato per due anni dalla data di notifica alla FDA della prima spedizione di farmaci da importare. Tra gli altri obblighi legati a questo SIP, prima che i farmaci possano essere importati, l’Agenzia per l’amministrazione sanitaria della Florida deve: presentare ulteriori informazioni specifiche sui farmaci per la revisione e l’approvazione della FDA. Assicurarsi che i farmaci che la Florida intende importare siano stati testati, tra l’altro, per verificarne l’autenticità e la conformità alle specifiche e agli standard dei farmaci approvati dalla FDA. Rietichettare i farmaci in modo che siano coerenti con l’etichettatura approvata dalla FDA.

C’è da aggiungere che la prevedibile battaglia legale per questa decisione durerà parecchio.

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