Risultanti sorprendenti di un sondaggio sulle molestie al pronto soccorso del Policlinico universitario del Sant’Orsola di Bologna. I risultati dell’indagine, pubblicati da Repubblica Bologna, hanno portato alla luce una realtà inaccettabile: sul totale delle 76 donne che hanno partecipato al questionario (complessivamente sono stati 130 coloro che hanno risposto al questionario) ben 53 hanno, infatti, dichiarato di aver subito molestie, anche nell’ambiente di lavoro.
La sorpresa è stata grande considerando che si parla di un ambiente di lavoro, il pronto soccorso di un grande ospedale, dove medici, infermieri e tutto il personale sanitario sono impegnati nell’alleviare le sofferenze e nel fronteggiare traumi e malattie.
La Regione Emilia, attraverso le parole dell’assessore alla sanità, Raffaele Donini, si è impegnata ad approfondire la situazione: “Le molestie sono sempre inaccettabili – ha dichiarato l’assessore – ma assumono una connotazione ancora più inqualificabile nell’ambito di un contesto come quello delle strutture sanitarie. Evidentemente quei luoghi deputati a una missione nobile come la presa in carico di persone che soffrono non fermano certi tipi di azione”.
L’assessore alle Pari Opportunità, Barbara Lori, si dice a sua volta intenzionata a capire la natura delle molestie di cui si sta parlando, spesso dovute anche all’aggressività degli utenti del pronto soccorso: “Il tema delle molestie di natura sessuale sono gravissime – aggiunge Lori – ne parleremo con i dirigenti sanitari e con i sindacati”.
A rendere più grave il risultato dell’indagine è, oltre al fatto che il 70 per cento delle donne ammette di aver subito molestie, che ben dodici intervustati hanno affermato di aver assistito ad atteggiamenti molesti nei confronti di colleghe, sia medici sia infermieri.
Anche per la direttrice generale del policlinico di Bologna, Chiara Gibertoni, ammette che “il tema delle molestie purtroppo è presente anche all’interno della nostra comunità, quello che dobbiamo fare è continuare a parlarne, anche il gesto più lieve non può essere minimizzato” e ricorda che quand’era studentessa di medicina “le donne erano poche e c’era il passaparola sui professori che era meglio evitar”.