Una notizia dallo spazio che ci affascina ma che ci fa anche sentire piccoli piccoli, quasi degli atomi dell’universo. E’ stata diffusa dal sito Passione Astronomia e ci informa del fatto, di enorme rilevanza scientifica, che gli astronomi hanno captato e registrato per la prima volta un potente segnale laser a onde radio, noto come megamaser, a circa 5 miliardi di anni luce dalla Terra.
Ecco che cosa sanno in più gli astronomi che, di base in Australia e Sudafrica, stanno costruendo il più grande e diffuso telescopio del mondo che include migliaia di parabole e un milione di antenne a bassa frequenza che sarà in grado di osservare l’intera volta celeste.
I megamaser si creano quando due galassie si scontrano l’una con l’altra. La luce di uno di questi fenomeni (laser a onde radio) ha percorso, pensate, 58mila miliardi di miliardi di chilometri – per dare un’idea di grandezza: il numero 58 seguito da 21 zeri che in metri equivale a 58 seguito da 24 zeri – prima di raggiungere il nostro pianeta ed essere captato da un telescopio in Sudafrica, il MeerKAT.
È la prima volta che un team di astronomi riesce ad osservare la luce di un megamaser. Cerchiamo di capire cosa è accaduto di preciso.Quando due galassie si scontrano, il gas che contengono diventa estremamente denso. Questa collisione può emettere fasci di luce: è quello che gli scienziati chiamano, appunto, megamaser, osservato per la prima volta nel corso di una nottata di osservazioni, nelle scorse settimane. Lo hanno fatto grazie al telescopio MeerKAT, che si trova nella regione del Karoo in Sudafrica. L’apparato comprende una serie di 64 antenne radio ed è in funzione da luglio 2018.
È un precursore del transcontinental Square Kilometer Array (SKA), un potente telescopio in costruzione sia in Sudafrica, sia in Australia. Il progetto . L’obiettivo degli ingegneri è costruire il più grande telescopio del mondo.
Insieme creeranno un potente telescopio che avrà oltre un chilometro quadrato di area di raccolta. Di conseguenza, gli astronomi nel prossimo futuro avranno la possibilità di osservare l’intera volta celeste molto più rapidamente, rispetto ad altri strumenti attualmente in uso sul nostro pianeta-