martedì 26 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

C’E’ IL BONUS ANIMALI

Arriva il bonus per la cura degli animali di famiglia. Per chi ha bisogno del veterinario arriva un contributo a copertura dei costi per le prestazioni, compresi gli interventi, e i farmaci. Il contributo, previsto nella Legge di bilancio 2024, è riservato però solo ad alcune categorie di proprietari, e può essere utilizzato solo per gli “animali di affezione”, ossia quelli iscritti all’apposita Anagrafe.

ll bonus animali domestici 2024 è una prestazione pensata per sostenere e garantire la buona salute dei nostri animali a quattro zampe, sia cani che gatti. Il bonus consiste in una detrazione fiscale del 19% sull’Irpef per spese veterinarie come visite specialistiche; interventi di chirurgia; esami in laboratorio; acquisto di farmaci prescritti.

Per il 2022, l’importo massimo delle spese su cui è possibile calcolare la detrazione è di 550 euro. Attenzione, però, alla franchigia minima di 129,11 euro. La franchigia è un limite minimo su cui non è possibile calcolare il bonus. Il limite detraibile è unico per tutte le spese veterinarie sostenute, indipendentemente dal numero di animali posseduti.

Il bonus ha diversi obiettivi, come contrastare l’alto livello di randagismo, chiudere gli allevamenti di visoni e rifinanziare il fondo per la fauna selvatica, a tutela di animali come cinghiali e orsi.

Le spese veterinarie sostenute devono essere per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva. Non sono detraibili, invece, le spese per la cura di animali che sono: destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare;detenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole; utilizzati per attività illecite.Per ottenere la detrazione, non bisogna fare domanda online ma bisognerà indicare le spese veterinarie nella dichiarazione dei redditi, documentate dai pagamenti: tracciabili: cioè effettuati tramite bonifici bancari o postali, carte di debito, carte di credito e prepagate, assegni bancari e circolari; verificati: tramite fatture fiscali (o scontrino parlante) che indichino il codice fiscale dell’acquirente e la tipologia, quantità e descrizione di quello che è stato acquistato

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