sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Uccise la fidanzata incinta, in lacrime chiede scusa: “Sono stato disumano”

Cominciato davanti alla Corte d’assise di Milano il processo per l’omicidio di Giulia Tramontano, uccisa nel maggio dello scorso anno dal fidanzato Alessadro Impagnatiello oggi
oggi in auila con la barba incolta, i jeans e le scarpe da ginnastica e una giacca blu.

L’imputato ha pianto in aula alle battute iniziali del processo che lo vedo accusato di omicidio pluriaggravato della fidanzata, incinta al settimo mese di gravidanza. L’ex barman di 31 anni non ha voluto rispondere alla domande dei cronisti che gli chiedevano se si fosse pentito mentre veniva accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria nella gabbia dell’aula della corte d’assise di Milano. E’ rimasto in silenzio ma ha mosso le gambe e i piedi nervosamente tenendo lo sguardo rivolto verso il basso. Si è asciugato le lacrime dal viso con un fazzoletto bianco. Poi in aula ha detto: “Chiedo sciusa, sono statgo disumano”.

In aula tutti i famigliari di Giulia. La corte ha deciso, a seguito dell’intervento del presidente del tribunale, Fabio Roia, di spostare l’udienza nella maxiaula della prima corte d’assise d’appello. I giudici sono in camera di consiglio per decidere sulle richieste di costituzione di parte civile presentate dai famigliari, dal Comune di Senago, dall’associazione Penelope e dall’associazione campana Polis.

La sera del 27 maggio 2023 Impagnatiello, barman in un hotel di lusso di Milano, accoltella e uccide la convivente, Giulia Tramontano, 29 anni, incinta di sette mesi. Compie il delitto nella loro casa di Senago, a nord di Milano dopo averla avvelenata con un topicida. Le sferra 37 coltellate, poi tenta di darle fuoco nella vasca da bagno.

Dopo quattro giorni di ricerche il corpo di Giulia viene trovato, coperto da buste di plastica, non lontano dalla casa della coppia. E’ lo stesso Impagnatiello a indicare ai carabinieri dove ha nascosto il cadavere, dopo avere confessato l’omicidio.

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