Un caso le parole del ministro dell’Agricoltura, Lollobrigida, che non ha voluto commentare la vicenda di Ilaria Salis, l’insegnante di Monza, 39enne, arrestata a Budapest un anno fa per aver affrontato e ferito leggermente due neonazisti durante una manifestazione di seguaci di Hitler.
La donna, militante antifascista, ieri è stata trascinata in aula davanti ai giudici incatenata ai polsi e ai piedi. Lollobrigida ha dichiarato oggi di non aver visto le immagini della Salis con i ceppi. Intanto il ministero degli Esteri Tajani ha convocato l’incaricato d’affari ungherese in Italia per chiedergli il rispetto delle norme comunitarie. Le opposizioni alla premier Gkiorgia Meloni: sul caso riferisca in Aula. Iv: “Chiami il suo amico Orban”
INCATENATA DAVANTI AI GIUDICI
L’Ungheria di Orban fa parte ancora dell’Unione Europa? Se si osserva il trattamento riservato a una nostra connazionale sembra di no, è un Paese che lascia molto a desiderare in quanto a rispetto dei diritti.
Lo dimostra il caso di Ilaria Salis, l’insegnante 39enne di Monza Brianza, militante antifascista, che si trova in carcere in Ungheria da un anno perché accusata di aggressione per aver partecipato a scontri con neonazisti europei durante una manifestazione dei nostalgici di Hitler nella giornata dell’onore.
I due nazisti hanno riportato contusioni guaribili in 5 e 8 giorni. Nell’atto di accusa si parla, addirittura, di colpi potenzialmente gravi o mortali.
Il processo è stato aggiornato al 24 maggio. La militante anarchica e antifascista si è dichiarata non colpevole. Ilaria è stata trascinata in aula in catene, con manette ai polsi e i piedi legati da ceppi con lucchetti. Lo hanno constatato i giornalisti presenti in aula a Budapest, dove la donna è entrata accennando un sorriso rivolto al pubblico. Una donna delle forze di sicurezza la trascinava per una catena. Salis indossava un maglione chiaro a strisce orizzontali e teneva in mano una borsa scura.
«È stato choccante, un’immagine pazzesca. Ci aveva detto che veniva sempre trasferita in queste condizioni ma vederla ci ha fatto davvero impressione. Era tirata come un cane, con manette attaccate a un cinturone da cui partiva una catena che andava fino ai piedi, con questa guardia che la tirava con una catena di ferro. Ed è rimasta così per tre ore e mezza»: così ha dichiarato all’Ansa l’avvocato Loaso. «È una grave violazione della normativa europea – ha aggiunto – l’Italia deve far finire questa situazione ora”.
“Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis, detenuta in attesa di giudizio” scrive su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
La procura di Budapest ha chiesto per lei undici anni di carcere come riferisce il riferisce il sito del giornale ungherese Magyar Nemzet. Il ministro degli Esteri Tajani ha informato che domani l’ambasciatore ungherese in Italia sarà convocato per una formale protesta nei confronti del governo ungherese.
LA VICENDA (da RaiNews). E’ passato quasi un anno dal giorno in cui Ilaria Salis è stata arrestata a Budapest, con l’accusa di aver aggredito due neonazisti mentre protestava contro il Giorno dell’onore. Era lo scorso 11 febbraio. Da allora, reclama Roberto Salis, il padre della della 39enne milanese, Ilaria si trova in un carcere di massima sicurezza dove il regime è incompatibile con il rispetto dei diritti umani.
“Ci auguriamo che ci sia un’azione da parte del nostro governo e dei nostri canali diplomatici” è il suo appello all’Ansa. L’uomo ha scritto una lettera alla premier Giorgia Meloni, ai ministri Antonio Tajani e Carlo Nordio e ai presidenti di Camera e Senato per invocare un intervento dell’esecutivo anche di fronte alle “violazioni di diritti umani” che sta subendo la figlia in carcere dove è detenuta “in condizioni disumane”,
“Riteniamo che sia ridicola la situazione che si è venuta a creare a fronte di presunte accuse che si paventano e di pene incredibili. Ci auguriamo che ci sia un’azione da parte del nostro governo e dei nostri canali diplomatici”, ha detto ancora Roberto Salis.
Una prima lettera a Meloni l’aveva già inviata lo scorso 22 marzo, poco più di un mese dopo l’incarcerazione della figlia, e un’altra a dicembre indirizzata al ministero della giustizia per chiedere di agevolare la concessione di misure cautelari da esplicare in Italia. Ma al momento non è arrivata “nessuna risposta”.
Ilaria Salis rischia una pena fino 16 anni, ben più pesante rispetto a quanto prevede il codice italiano per lesioni “guarite in 5 e in 8 giorni”. Nessuna risposta, per il momento, così come nessuna risposta, fa sapere il padre, era arrivata alle prime lettere,
Secondo Roberto Salis, i rapporti tra il governo italiano e il premier ungherese Viktor Orbán “potrebbero essere, dal nostro punto di vista, un enorme vantaggio ma anche un enorme svantaggio. Dipende da quali sono gli obiettivi”. E anche se “ci può essere malizia nel pensare” che le difficoltà della figlia siano legate anche al fatto di essere “schierata politicamente in contrasto con l’attuale maggioranza”, secondo Salis “una maggioranza illuminata, per dimostrare di esserlo, dovrebbe e potrebbe occuparsi anche dei suoi avversari”.