Finalmente 2024 Ferrara non aderisce alla coalizione La Comune, con Anna Zonari candidata sindaca, Partito Socialista, +Europa, Sinistra Italiana, Verdi e l’ex sindaco Sateriale. In questo articolo della portavoce del gruppo – impegnato in queste settimane nell’illustrare il suo programma del ben-essere tra gli elettori ferraresi – i motivi alla base di una tale decisione.
di Claudia Zamorani
— Il gruppo Finalmente 2024-Ferrara non aderisce alla coalizione di centrosinistra promossa da La Comune di Ferrara. Una decisione sofferta, la mancata adesione, frutto dell’esito deludente dell’appello accorato che il gruppo aveva lanciato ai due candidati di centrosinistra (uno ancora in pectore) a stare uniti, per sventare il rischio concreto di perdere al primo turno alle prossime elezioni comunali. Una questione di metodo, che è anche sostanza. Ma per noi, questa volta.
Approfittiamo dell’occasione per dare conto dell’esito del nostro appello all’unità: fallimento totale. Nessuna adesione. Anche se è stato apprezzato che Anna Zonari, candidata sindaca per La Comune, ci abbia contattati per spiegare le proprie ragioni. Ma non ci ha convinto, né dato conforto, la strategia delle ‘due punte’ per cui all’interno di un sistema elettorale a doppio turno più candidati si propongono, più si amplia la rosa di elettori raggiungibili. Specie per arrivare ai delusi di centrosinistra che non voterebbero candidati proposti o sostenuti dall’establishment.
Una robusta sacca di elettori che alle ultime elezioni comunali, con la loro afasia, ha contribuito alla vittoria della Destra. Non ci ha convinti la doppia punta per il semplice fatto che non sembra neppure contemplare la possibilità che un sindaco uscente dal primo mandato, e con l’aria che tira, possa vincere subito, polverizzando in nuce l’idea stessa di approdo a un ballottaggio e tutta la dote di voti partoriti con certosina pazienza dalle larghe intese a punta doppia.
Prendiamo atto della nascita dei due schieramenti nel centrosinistra ed esprimiamo apprezzamento per Anna Zonari, nel rispetto delle reciproche differenze, con la quale c’è e rimane un rapporto di stima e di fiducia. Dall’altra parte, attendiamo con ansia che le riserve si sciolgano, anche perché non vorremmo aspettare che sbocciassero le rose prima di avere finalmente chiaro lo scacchiere che ci aspetta, come dovrebbe esserci a quasi cinque mesi dalle elezioni.
L’auspicio generale e l’invito è che questa competizione elettorale, a cui non mancheremo di dare il nostro contributo, segni una fase nuova di fare politica: nuovi stilemi a partire dal linguaggio, che è importante perché dietro si cela un certo modo di pensare, di agire e di cultura cui teniamo molto.
No veleni, quindi. No sgambetti. No parole minacciose condite di guerra e di carne che cola sangue, che non ci interessano e soprattutto non ci rappresentano.