giovedì 28 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

LA FARSA / Meloni accetta le dimissioni di Sgarbi, ma lui le rimanda a dopo il Tar

La vicenda Sgarbi rischia di precipaitare nella farsa. Mentre Giorgia Meloni dal Giappone dice che accetterà le dimissioni del suo sottosegretario alla Cultura, lo stesso Sgarbi in varie dichiarazioni alla stampa parla di dimissioni non ancora esecutive. Lo farà  dopo il pronunciamento del Tar, al quale presenterà il ricorso contro l’incompatibilità stabilita dall’Antitrust. “Per ora sono autosospeso” ha detto il critico d’arte.

DAL GIAPPONE. Giorgia Meloni accetta le dimissioni di Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte e sottosegretario alla Cultura aveva annunciato l’invio della lettera di dimissioni alla premier in cui viene sollecitata anche un’indagine sulle incompatibilità in tutte le istituzioni. Così è stato.

Sgarbi nella lettera pubblicata sul Corriere della Sera ha scritto: “Se il governo per mano di un suo ministro ha promosso una indagine sul conflitto di interessi all’interno del governo, è giusto che io chieda all’Antitrust che si estenda l’indagine a tutte le istituzioni, con gli stessi criteri. Non per ritorsione, ma per rispetto delle istituzioni alle cui decisioni io mi sono rimesso. E che tu ti faccia garante della integrità del governo quanto a possibili incompatibilità, se a me non è consentito parlare e promuovere in ogni modo l’arte e le mie idee”.

Giorgia Meloni ne ha parlato ai cronisti: “Trovo corretta dopo il pronunciamento dell’Antitrust la scelta di dimettersi per cui accolgo le dimissioni”. La stessa premier ha poi annunciato che una volta tornata in Italia incontrerà il sottosegretario.

Ma c’è un aspetto che rende la vicenda una farsa, indegna in un Paese civile e in una democrazia matura come pretende di essere l’Italia. Quella che sembrava, infatti, una questione chiusa ridiventa all’improvviso un tormentone perché, secondo il Fatto Quotidiano, “siamo in  presenza di dimissioni postdatate. Infatti, da alcune dichiarazioni rese alla stampa, Sgarbi parla di dimissioni non immediate, ora sono autosospesoQuelle dimissioni, in realtà, non ci sono o, meglio, saranno esecutive in futuro”.

Subito dopo le parole della premier, infatti, il diretto interessato interviene con l’ennesima reazione giornaliera e con l’ennesima versione della sua decisione di farsi da parte: “Confermo le mie dimissioni, che saranno esecutive alla fine del percorso amministrativo che prevede il pronunciamento del Tar dopo il mio ricorso. Me ne andrò anche nel caso di una sentenza favorevole”

Resta in piedi la questione di Ferrara Arte. Sgarbi non ne ha mai fatto cenno, così come il sindaco Alan Fabbri non ha mai fatto conoscere la sua posizione sulla presidenza della Fondazione del critico d’arte, nonostante varie critiche non solo dall’opposiizone ma anche dalla società civile.

Oggi in consiglio comunale verrà discussa la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione con cui si chiede che Sgarbi venga rimosso da Ferrara Arte. La mozione è stata firmata dal Gruppo Misto, Movimento Cinque Stelle, Partito democratico, Azione Civica e Ferrara Bene Comune.

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