Continua l’anno d’oro per le banche italiane. Dopo gli utili miliardari di Unicredit e Banca Intesa, finiti in gran parte nei dividendi per gli azionisti, anche il Monte dei Paschi di Siena torna in utile. L’anno appena trascorso, il 2023, verrà segnato negli annali della banca più antica del mondo come l’anno della svolta. Mps, salvato più volte dallo Stato, che nei mesi scorsi ha iniziato l’uscita dal capitale, torna a un utile di 2 miliardi che si confronta con la perdita di 205 milioni del 2022, esercizio che includeva anche costi di ristrutturazione per 931 milioni.
Il risultato è superiore ai 1,344 miliardi attesi dagli analisti e consente a Siena di tornare a pagare il dividendo dopo tredici anni, con due anni di anticipo rispetto al piano. La proposta del consiglio d’amministrazione, si legge in una nota diffusa prima dell’apertura dei mercati, è di 0,25 euro per azione, per un monte dividendi di 315 milioni di euro. Ieri il titolo aveva guadagnato in Borsa oltre il 3,5%.
Rocca Salimbeni sottolinea che sta continuando a rafforzare la propria situazione patrimoniale che si pone “ai vertici del sistema” e testimonia la capacità di Siena di generare “un’organica profittabilità sostenibile”. L’indicatore di solidità patrimoniale Cet 1 ratio fully loaded sale al 18,1%, in crescita di 248 punti base anno su anno.
Anche il fatto che le vicende processuali si stiano chiudendo ha avuto un impatto positivo sui conti. Mps ha chiuso il quarto trimestre dell’anno con un utile di 1.123 milioni di euro, che ha contribuito in maniera determinante al risultato annuale di 2.052 milioni di euro.
Nel quarto trimestre la banca ha beneficiato di 466 milioni di euro di rilasci netti di accantonamenti su fondi rischi e oneri, legati al venir meno dei rischi legali, e di un positivo effetto netto delle imposte per 339 milioni, per un totale di 805 milioni,