Scattati in tutta Italia i controlli negli aeroporti e la disinfezione degli aeromobili per prevenire il rischio di diffusione dell’infezione Dengue, dopo l’allarmante aumento dei casi in vari Paesi come Brasile e Argentina. L’Oms (Organizzazione Mondiale della Snaità) avverte che i contagi sono in forte crescita a livello globale e gli infettivologi invitano i viaggiatori a controllarsi se dovessero presentare sintomi particolari.
Tra le misure previste il monitoraggio attento “sulla disinsettazione degli aerei” e la valutazione di eventuali ordinanze per interventi straordinari di sorveglianza, sanificazione e disinfestazione. Il provvedimento è arrivato su disposizione del ministero della Salute che nelle circolari fanno riferimento alla specie Aedes Aegipty, la zanzara vettore specifico del virus Zika ed anche del virus Dengue. Questa zanzara non è presente nel nostro territorio e l’obiettivo è quello di impedirne l’arrivo in Italia.
Il livello di vigilanza è stato innalzato all’aeroporto di Fiumicino rispetto agli aerei provenienti e alle merci importate dai Paesi in cui è “frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia Dengue”. Alcune misure in atto vengono già effettuate in maniera ciclica da Aeroporti di Roma e alcuni vettori. Allo scalo romano sono presenti, da diversi mesi, dei totem del ministero della Salute, in italiano ed in inglese, che riportano consigli ai viaggiatori internazionali sulle malattie trasmesse dalle zanzare.
Vengono sanificati dalle stesse compagnie aeree i velivoli che atterrano a Malpensa dal Brasile. Lo richiedono infatti le disposizioni della Sanità marittima aerea e di frontiera dopo l’aumento dei casi di Dengue in una lunga lista di Paesi dal Sud America all’Africa, fra cui appunto il Brasile con cui c’è un collegamento con l’aeroporto milanese, mentre non ci sono voli dall’Argentina, altra nazione in cui i casi sono in forte aumento. Oltre alla sanificazione degli aerei, nello scalo, gestito da Sea, è anche stata allestita una cartellonistica ad hoc.
ALLERTA ALTA, NUMERI IN CRESCITA
L’epidemia di febbre Dengue non accenna infatti a frenare. Dopo un 2023 da record, con oltre 5 milioni di casi, nel solo mese di gennaio sono già stati superati i 600 mila contagi nel mondo. Già nei mesi scorsi l’Oms aveva messo in guardia dall’escalation della febbre Dengue: in un ventennio si è registrato un aumento di dieci volte dei contagi, passati dai 500 mila del 2000 agli oltre 5 milioni del 2019.
Secondo l’Oms, nel 2023 sono stati più di 5 mila i morti. Oltre l’80% si è verificato nel Sud America, con il Brasile che, da solo, ha contato circa 3 milioni di contagi. Al di fuori del Sud America, aumenti importanti sono stati registrati in Bangladesh (300 mila casi), Burkina Faso (150 mila) e Vietnam (170 mila).
L’epidemia non ha risparmiato neanche l’Europa, dove sono stati registrati casi sporadici in Itala (82), Francia (43), Spagna (3). In Italia, “ci sono segnali che negli ultimi anni qualcosa stia cambiando, ma al momento la trasmissione autoctona della Dengue, così come in altri Paesi europei, è un evento raro. La maggioranza dei casi è stata contratta all’estero”, precisa l’Istituto Superiore di Sanità, sottolineando che lo scorso anno sono stati registrati 362 casi, di cui 280 importati dall’estero. Gli infettivologi invitano comunque alla prudenza.
In questo momento “l’attenzione alla Dengue deve essere alta per chi si reca o ritorna da parti del mondo in cui l’infezione è endemica. Queste persone dovrebbero mettere in atto strategie di prevenzione e, se presentano sintomi al loro ritorno, segnalarli al medico”, afferma Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). A oggi non esistono terapie specifiche e nella maggior parte dei pazienti l’infezione non lascia strascichi. Tuttavia in una piccola percentuale può dare luogo a quadri gravi, anche con febbre emorragica: “La prevenzione – afferma – può basarsi sul vaccino”.
Il vaccino: come funziona, quanto dura. Il vaccino contro la febbre dengue è stato approvato in Italia a settembre. Sarà disponibile dalla prossima settimana all’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. La struttura è fra i primi centri a ricevere le dosi. Visita e vaccino sono a carico dell’utente. Lo scorso settembre l’Aifa ha infatti dato il via libera all’unico vaccino per la prevenzione della malattia anche per chi non ha avuto una precedente esposizione al virus e senza la necessità di dover eseguire un test pre-vaccinale e sono sufficienti 2 dosi per raggiungere l’immunizzazione.
In base ai dati forniti dalla casa farmaceutica l’efficacia complessiva del vaccino vivo attenuato contro Dengue è dell’80% a 12 mesi dalla seconda dose. L’efficacia contro le ospedalizzazioni è del 90% a 18 mesi. I risultati a lungo termine, a quattro anni e mezzo, hanno dimostrato un’efficacia complessiva del vaccino del 61,2% nel prevenire la malattia e dell’84,1% nel prevenire l’ospedalizzazione.
I sintomi della febbre Dengue. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre.