Approvata la legge di delegazione Ue che contiene il divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare. Appello della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) al presidente della Repubblica: “Non firmi norme che possono rappresentare un attacco al diritto di essere informati”. Una legge che favlorisce i colletti bianchi, coloro che nel grigio delle loro attività non hanno mai interesse che vengano divulgate notizie che le metterebbero a rischio.
Con 93 voti favorevoli, 29 contrari e 25 astenuti l’aula del Senato ha approvato la legge delega al governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea.
Il provvedimento, nato su iniziativa del ministro per gli Affari Ue, Fitto, approvato dalla Camera lo scorso 20 dicembre, è formato da 19 articoli, e fa riferimento a 10 direttive e 7 regolamenti Ue, che spaziano dalla cybersicurezza alla presunzione di innocenza, dalla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni fino alla parità di retribuzione tra i generi, passando per la lotta contro i gas serra e il salario minimo.
Nel testo anche la norma che introduce il divieto di pubblicazione, né integralmente né per stralci, delle ordinanze di custodia cautelare, finita al centro di polemiche e ribattezzata dalle opposizioni “legge bavaglio”. La convinzione è che metterebbe a rischio la libertà di stampa.
A difenderla è invece Azione, che ne vanta la paternità, essendo il frutto di un emendamento riformulato alla Camera dal calendiano Enrico Costa in chiave più esplicita e restrittiva. (In collaborazione con primaonline.it)