sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

LA VERSIONE DI EMILY

Sui cantieri per il tram e su Bologna 30 «non bisogna minimizzare i disagi», ma «il tempo ci darà ragione». La giovanissima vicesindaca Emily Clancy, la più votata a sinistra, è stata intervistata da Quindici, il quindicinale del Master in Giornalismo dell’Università di Bologna. La città è sotto attacco del governo: “Salvini e Bignami stanno dimostrando scarso senso istituzionale».

Attacchi al Governo anche sul tema casa, dove continua a mancare una legge nazionale per limitare gli affitti brevi e sull’inasprimento delle pene per chi occupa: «Non si può rispondere solo con l’ordine pubblico». Per la vita notturna pensa all’aumento dell’illuminazione in zona universitaria, al potenziamento del trasporto e alla creazione di zone distanziate dai centri abitati dove i locali potranno restare aperti fino a tardi. Difende le scelte della giunta e si dice convinta che la frattura tra i Verdi e la maggioranza si possa ricomporre. Ma sulle scuole Besta bisogna «rispettare e comprendere i manifestanti»

di Gabriele Mento

In quali aspetti fare politica è stato un sacrificio?

«Nessuno. È chiaro che c’è meno tempo libero, però l’ho sempre vissuta come un grande onore, un vero privilegio che non mi pesa assolutamente».

Lei ha lavorato a Radio Città del Capo. Le manca quel mondo?

«Sì, molto. Ormai le emittenti libere e indipendenti sono in sofferenza e sempre meno su tutto il territorio. Ma ho avuto un momento in cui mi è stata posta la scelta. Ho scelto di autosospendermi a candidarmi per Coalizione Civica come consigliera, pensando di tornare qualche mese dopo in radio. Poi le cose sono andate diversamente. Però ne sono contenta, non tornerei indietro».

I cantieri per la Garisenda e il tram, oltre a Bologna Città 30, stanno creando molti malumori. Teme che possa montare la sfiducia nei confronti della giunta e che possa influire sulle prossime elezioni?

«Il tempo sarà galante. Nonostante il dibattito sulla misura di Città 30, la si sta rispettando. La discussione nata sull’importanza del trasporto pubblico e su come vada potenziato il servizio è molto positiva. Sui cantieri, è chiaro che i tempi dati dal Pnrr impongono all’amministrazione di portarli avanti tanti tutti insieme».

Questo però crea disagi alle persone.

«Non dobbiamo sottovalutare a minimizzare, ma farcene carico. Quando fra qualche anno avremo, anche grazie al tram, la sicurezza urbana e la mobilità sostenibile maggiormente garantite e ci si potrà muovere liberamente e in maggiore sicurezza, la città risponderà positivamente».

Cosa pensa delle direttive di Salvini su Città 30?

«Sicuramente non si sta comportando come ministro, ma sta facendo campagna elettorale per le Europee in maniera smaccata e con scarso senso istituzionale, così come il viceministro Bignami».

Al Governo negli scorsi mesi avete chiesto una legge nazionale sugli affitti brevi turistici. Ci sono stati passi avanti?

«Nessuno. Il punto non è colpire chi integra il proprio reddito con una stanza o un appartamento, ma eliminare da questo sistema chi fa speculazione. Quando faccio la trattativa con i sindacati dei proprietari sui canoni concordati per calmierare il mercato delle locazioni, mi dicono che affittare su una piattaforma garantisce tra le tre e le cinque volte tanto, gap che non può essere colmato dal Comune».

Sul tema casa è stato fatto qualcosa di buono dal Governo?

«Assolutamente no. Hanno tagliato il fondo morosità incolpevole e il fondo affitti, che noi abbiamo rifinanziato. Il “Piano casa” di cui parla Salvini è una dicitura che ancora non vede risposte. ComeComune, invece, stiamo portando avanti politiche dell’abitare completamente inedite dal punto di vista delle risorse, delle strategie a esso dedicate, in completa solitudine».

E non è l’unico problema.

«È da anni che mancano finanziamenti strutturali ai Comuni per ristrutturare case popolari e per realizzare nuova edilizia sociale. Stiamo facendo fronte da soli o chiedendo risorse europee, lavorando in collaborazione con la Regione, ma con un silenzio assordante da parte dello Stato».

Il Governo ha anche inasprito le pene contro chi occupa. Cosa ne pensa?

«Alla tensione abitativa e sociale non si può rispondere solo con l’ordine pubblico. Ci sono occupazioni abitative di persone che vorrebbero pagare un affitto, hanno un lavoro ma non riescono a trovare una casa a prezzi accessibili perché sono stranieri e solo per questo vengono discriminati dal mercato della locazione. Bisogna ragionare attentamente della fragilità e della tensione sociale e lo dovrebbero fare tutti gli enti coinvolti, sia a livello comunale che statale».

Il Piano per l’abitare è un progetto molto ambizioso sul lungo periodo, ma che progetti ci sono per rispondere alla crisi abitativa nel breve periodo?

«Il piano sfitto zero nell’edilizia popolare per ristrutturare immobili, alcuni dei quali sfitti dal 2012, è già partito. In via Barontini c’è stato un bando per completare un condominio solidale, con venti appartamenti ristrutturati, convenzionati con Er.go, in cui sono già entrati studenti e studentesse, più altri dieci ristrutturati in questi mesi che vedranno l’ingresso di famiglie».

Lei ha un passato nei movimenti della sinistra, che da quando è vicesindaca la contestano. Si sente lontana da quel mondo adesso che ricopre questa carica?

«Abbiamo posizioni molto simili e valori spesso condivisi. Il nostro ingresso in una coalizione di governo, in questo momento storico di crisi climatica, di tensione abitativa e sociale molto alta, ha portato una discontinuità con la precedente amministrazione che si vede nei fatti».

Per esempio?

«Il piano per l’abitare più poderoso che il Comune abbia visto negli ultimi decenni, una forte spinta sulla mobilità sostenibile, un’attenzione ai diritti e diverse misure per favorire il contrasto alle disuguaglianze sono la nostra impronta al governo di questa città. Risultati che non si sarebbero ottenuti restando all’opposizione».

C’era un patto di collaborazione tra il Comune e la comunità Lgbtqia+, ma non si sa ancora nulla dello spazio che in teoria doveva essere dato a loro. La situazione è in stallo?

«No, anzi sono già state stanziate le prime risorse a tutte le realtà che hanno partecipato a quel patto. Abbiamo fatto vedere diverse possibilità ai soggetti che ci avevano richiesto degli spazi e nei prossimi mesi potremmo andare all’assegnazione».

Ci sono temi sui quali chiederebbe a Lepore di cambiare strategia?

«Va tutto benissimo (ride, ndr). Sono di formazione comunista, quando ci sono dei punti di vista diversi ci si confronta internamente. È successo, però ne siamo usciti sempre rafforzati e la maggioranza in questo momento è solida».

Lo scontro con i Verdi di Davide Celli a chi nuoce di più tra Coalizione Civica e il Pd?

«Sicuramente a noi di Coalizione Civica, perché molto spesso, quando si crea una frattura nel mondo rossoverde, è più colpita la parte rossa rispetto agli altri alleati di governo. Però ho parlato con il leader nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, e con Celli, e credo ci siano le condizioni per superare l’impasse e spero ci siano le condizioni per continuare un’alleanza già consolidata a livello nazionale».

Spaccare l’alleanza che conseguenze avrebbe?

«Essere uniti significa far avanzare gli obiettivi dell’agenda rossoverde, mentre spaccarsi può portare qualche punto percentuale alle singole componenti dell’alleanza, ma non la fa avanzare in termini di conquiste».

C’è una contraddizione tra le posizioni ambientaliste di Coalizione civica e la realizzazione del passante di mezzo?

«È un progetto frutto di decenni di lavoro, di interesse statale e regionale che ha visto molte modifiche, sul quale ci sono investimenti miliardari e su cui hanno insistito diversi livelli di governo. Noi siamo entrati in campo nell’ultima fase di gioco, e l’abbiamo fatto sfidando il calcolo elettorale. Sarebbe stato molto più comodo fare come i Verdi, ma noi invece abbiamo deciso di ragionare su come giocare il nostro peso politico per cercare di mitigare l’impatto dell’opera».

A che punto è il piano della Notte del Comune?

«A un buon punto, stiamo completando la linea di trasporto notturna, con la linea N8 che partirà il prossimo mese. In più, stanno per arrivarci le risorse dei fondi Pon Metro, che abbiamo deciso di dedicare a questo tema. Ci saranno isole della notte e in primavera saranno già al lavoro venti operatori che stiamo formando. Vogliamo incentivare attività notturne aperte fino a tardi, fuori dalle zone con molti residenti».

Per storia politica e personale in molti la accostano a Elly Schlein. Cosa ne pensa?

«Non penso che succederebbe lo stesso a due uomini. È una donna della quale ho molto rispetto, è stata un’iscritta di Coalizione Civica, quindi abbiamo fatto un lungo percorso insieme e le auguro grandissimo successo come segretaria del Pd».

Ora che Schlein ricopre questo ruolo, le vostre posizioni politiche si sono allontanate?

«Io non sono nel Pd, quindi è chiaro che le nostre posizioni non sono perfettamente identiche. Però ha il mio pieno sostegno, perché penso che abbia portato la possibilità nel mondo rossoverde di poter dialogare e formare una coalizione capace di essere alternativa al governo Meloni».

Cosa pensa delle mancate Primarie all’interno del Pd?

«Per la nostra coalizione è stato uno strumento fondamentale. Sappiamo che ci saranno liste a noi vicine che non andranno a Primarie e altre che le chiederanno. In alcuni casi si parteciperà ad alleanze di governo, mentre in altre sembra meno scontato. Per noi è importante avanzare la nostra agenda rossoverde. Saremo al governo laddove avremo la capacità di fare avanzare la nostra agenda, non tanto per starci».

Cosa pensa delle tante chiusure di locali tramite art.100 (che dà al Questore il potere di chiudere i locali per motivi di sicurezza) avvenute negli ultimi mesi?

«Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. È chiaro che ci sono situazioni in città in cui c’è una rete di spaccio importante e problemi di sicurezza che non devono essere minimizzati. Allo stesso tempo però non ci deve essere un eccesso di criminalizzazione, i presidi sociali svolgono una funzione importantissima anche di contrasto alle attività illegali».

Qual è la sua posizione sulle scuole Besta e sulle proteste dei manifestanti?

«Va compreso e rispettato il diritto dei manifestanti. Io ai tempi non avevo la delega alle politiche ambientali, quindi entro in campo su questo tema a valle di un processo. Se vogliamo raggiungere in città la neutralità carbonica è decisivo un piano di edilizia scolastica molto importante, anche in termini di dotazione finanziaria».

Nel 2021 avete avviato il piano per l’uguaglianza di genere nella città metropolitana. Quali sono stati i risultati?

«Stiamo lavorando su alcune vertenze, come l’attenzione all’autonomia abitativa, modificando i regolamenti di accesso alla casa popolare e prevedendo punteggi specifici per donne che escono da situazioni di violenza. Interverremo anche sull’autonomia lavorativa e su tanti altri fronti».

A 32 anni è già vicesindaca di una grande città. In futuro pensa di rimanere sul territorio, o pensa di portare il suo impegno a livello nazionale o in Europa?

«Sono stata eletta per fare la vicesindaca, e anche quando ero consigliera ho sempre rifiutato di correre per seggi sia in Europa sia al Parlamento: è un grandissimo onore e voglio portare avanti il lavoro per cui ho ricevuto la fiducia della cittadinanza».

Su Instagram è nata una pagina satirica che si chiama Coalizione memetica. La segue?

«La seguo, mi diverte molto. Abbiamo anche cercato di capire chi la gestisce, senza purtroppo riuscirci. Spesso non posso mettere like direttamente, ma sappiate che vorrei».

L’intervista è stata realizzata per Quindici, il quindicinale del Master in Giornalismo dell’Università di Bologna (tratta da cantierebologna.com)

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