La rivoluzione gentile sulle strade di Bologna è già iniziata, occorre portarla a compimento aspettando gli esiti positivi sulla vivibilità della città, sull’esempio delle città europee che hanno già sperimentato con successo tale modello. (da cantierebologna.com)
di Paola Mastropietro *
— L’esperienza Bologna30 travalica l’istanza primaria della sicurezza per imporsi come un modus vivendi della contemporaneità urbana, è un punto di vista nuovo per esperire quel cambiamento antropologico cui l’umanità aspira, non un semplice limite di velocità, ma una chiave di trasformazione urbana e sociale.
Ispirandosi ad altre città europee, tra cui Bruxelles, Parigi Lille, Madrid, Lione, Grenoble, Valencia e Bilbao e Graz in Austria, che hanno adottato misure simili, alcune sin dal lontano 1992, e perfino a Londra che ha un limite di 20 miglia all’ora (equivalente a 32 km/h), la rossa Bologna, che d’estate accende la magia del cinema all’aperto nell’incredibile scenario di Piazza Maggiore grazie alla sua Cineteca, ha avuto il coraggio di fare da apripista come prima grande città italiana ad adottare il limite a 30 km/h, colmando il gap italiano, confermando la sua attitudine a proporsi come modello culturale evoluto, a misura delle donne e degli uomini che la attraversano, un giusto mix tra operosità, modernità e piacevolezza del vivere.
La “rivoluzione bolognese” riguarda, in primis, la necessità di cambiare il linguaggio delle nostre strade, l’urgenza di spostare nell’immaginario collettivo il primato dell’auto al primato delle persone, creando nuovo verde urbano e marciapiedi più ampi, favorendo la socialità con arredi urbani e panchine, progettando molte piazze scolastiche, valorizzando le piazze già esistenti.
Si tratta di democrazia dello spazio pubblico, che deve essere distribuito equamente a tutti gli utenti della strada, archiviando una volta per tutte una visione auto-centrica per accogliere un concetto di città gentile, piu’ sicura e silenziosa, disponibile a essere fruita e a mostrarsi in tutta la sua antica bellezza.
Per chi vive nell’ambito del reticolato urbano caratterizzato dall’impianto medievale e dalle strade strette del centro storico, c’è un grande auspicio che gli interventi strutturali che sottendono i cambiamenti urbanistici relativi alla città a 30Km/h siano ampiamente diffusi e implementati, che la qualità della vita portata dal rallentamento della velocità delle auto cresca con la riqualificazione effettiva degli spazi pubblici, soprattutto in prossimità delle scuole e con la creazione di nuovi spazi di socializzazione.
Per esempio alcune aree del centro medievale sono caratterizzate da una alta densità di scuole d’infanzia, primaria e secondaria, da istituti superiori e ogni giorno le strade vengono attraversate da grandi flussi di gente che si sposta a piedi per raggiungere tali luoghi, con evidenti i problemi di sicurezza dei pedoni negli attraversamenti pedonali, di sicurezza dei ciclisti nel percorrere la strada, di trovare adeguati spazi per il parcheggio delle bici.
La rivoluzione gentile sulle strade di Bologna è già iniziata, occorre portarla a compimento aspettando gli esiti positivi sulla vivibilità della città, sull’esempio delle città europee che hanno già sperimentato con successo tale modello.
* storica del cinema