Il generale Roberto Vannacci, prossimo alla candidatura alle europee con la Lega, è stato sospeso dall’incarico per 11 mesi dal ministero della Difesa “con conseguente uguale detrazione di anzianità e dimezzamento dello stipendio”: la decisione di sospenderlo è arrivata a conclusione del procedimento disciplinare nato in seguito alla pubblicazione del suo libro ‘Il mondo al contrario’, uscito l’estate scorsa tra le polemiche.
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Destò subito molto clamore, infatti, per la presenza all’interno del testo di concetti omofobi e misogini: tra le tante accuse, qualcuno fuori dal coro (Salvini in primis) aveva invocato la libertà di espressione. L’Istituto geografico militare di Firenze di cui era al comando lo destituì dall’incarico e il generale venne in seguito trasferito al Comfoter. Venne poi aperto un provvedimento disciplinare. Che ora è giunto al termine.
Nel provvedimento di sospensione di 11 mesi arrivato per Vannacci, si ricorda la pubblicazione del famigerato libro, spiegando che questo fatto avrebbe provocato una “lesione al principio di neutralità/terzietà della Forza Armata, compromettendo il prestigioe la reputazione dell’Amministrazione di appartenenza e ingenerando possibili effetti emulativi dirompenti e divisivi nell’ambito della compagine militare’”. Inoltre, scrivere un testo come quello pubblicato da Vannacci, denota anche ‘”carenza del senso di responsabilità” nel generale. Il provvedimento è stato adottato dal ministero della Difesa, il cui titolare è Guido Crosetto, di Fratelli d’Italia.
Il generale è stato denunciato anche dalla star del volley Paola Egonu. Il vicepremier leghista MatteoSalvini difende Vannacci evocando di nuovo una “giustizia a orologeria”. A ribattere è il ministro della Difesa: “Inchiesta iniziata mesi fa. Automatismi tecnici, non decisioni politiche”
L’avvocato Giorgio Carta che assiste il generale fa sapere: “Avverso il provvedimento sarà presentato immediato ricorso al Tar Lazio, con richiesta di sospensiva, rilevandone il contrasto con il diritto alla libera manifestazione del pensiero garantito a tutti i cittadini, compresi i militari”.