Brutti momenti per i fanatici mullah iraniani. Le donne cominciano ad affrontarli mentre tentano di filmarle senza l’hibab obbligatorio. Due video stanno diventando virali nella Rete. Nel primo, una donna visibilmente arrabbiata urla contro un mullah che la stava riprendendo mentre lei dentro un ospedale teneva in braccio il suo bambino malato, senza indossare l’hijab obbligatorio.
تصاویر رسیده نشان میدهد یک آخوند در پی فیلمبرداری از زنی بدون روسری در درمانگاهی در قم با او درگیر میشود.
بر اساس این تصاویر، زن جوان که با نوزادش به درمانگاه آمده بعد از اینکه متوجه تصویربرداری میشود از این آخوند میخواهد تصویرش را پاک کند و دچار حمله عصبی میشود. pic.twitter.com/16uQqsBkEY— ايران اينترنشنال (@IranIntl) March 9, 2024
Il video (in lingua originale) è apparso sui social proveniente da Qom, città Santa del’Iran, considerata la culla dello sciismo nazionale. Neanche a dirlo è divenuto subito virale, suscitando violente polemiche. Nelle immagini si vede un religioso dal turbante bianco, che in modo del tutto tranquillo, nell’atto di filmare col suo telefonino la donna viene scoperto da quest’ultima che accusandolo di volerla denunciare alla polizia – gli chiede di cancellare il filmato. E gli urla più volte: “Fammi vedere il tuo telefono”. Il mullah, intimorito, le risponde: “Non sono fatti tuoi”, ma la donna lo incalza per qualche minuto fino a farlo scomparire di scena.
Dietro il rifiuto di lui, lei comincia a urlargli contro, mentre lui non muove un dito. Alla fine la donna trascina con sé il resto dei pazienti che aspettavano nella sala d’aspetto della clinica, e si vede il mullah uscire di scena.
I media iraniani riferiscono che dopo l’accaduto il pubblico ministero di Qom ha aperto un’inchiesta e ha intentato una causa contro l’utente che ha pubblicato il video. “Coloro che non osservano la cultura islamica dovrebbero porre fine alla loro negligenza”, ha detto Hassan Gharib. Tutto questo a pochi giorni dalle elezioni legislative del 1 marzo, segnate da un forte tasso d’astensione (41%), tra i più bassi mai registrati dai tempi del 1979.
Il malcontento è diffuso tra la popolazione costituita in larga maggiornaza da 30enni, su cui pesa ancora il ricordo della sanguinosa repressione ordinata dalla teocrazia al potere dopo le proteste per Mahsa Amini la studentessa curdo-iraniana morta, nel settembre 2022, per un velo messo male mentre era in custodia della polizia morale.
چند روز بعد از ویدئوی درگیری یک آخوند با یک زن در بیمارستانی در قم، ویدئویی دیگر از مجادله یک زن با آخوندی دیگر این بار در متروی شیراز منتشر شده است. این زن در واکنش به فضولی این آخوند درباره پوشش خود، روسری خود را به صورت کامل از سرش درآورده و با او مجادله میکند.
در این مجادله… pic.twitter.com/6ZRGCnAUON— Masih Alinejad 🏳️ (@AlinejadMasih) March 11, 2024
A 24 ore di distanza arriva un altro video di un altro scontro tra una donna e un mullah. Questa volta nella metropolitana di Shiraz, la quinta città più popolosa a Sud del Paese. Anche qui una giovane donna sfida un religioso dal turbante bianco che le aveva criticato la mancanza del velo. Anche in questa occasione, tutti i passeggeri intorno, sostengono lei anziché lui. Una situazione davvero inusuale nella Repubblica islamica dove contestare il potere religioso rappresentato dal clero è un reato che può condurre anche alla pena di morte, una piaga ancora in vigore in Iran.
“Protestiamo uniti contro i persecutori dell’hijab. Rendiamo la società sicura per le donne, non lasciamole sole”, scrive su X la popolare giornalista iraniana, pioniera della battaglia contro il velo obbligatorio, esule negli Stati Uniti, Masih Alinejad. (In collaborazione con RaiNews)