La democrazia americana sta offrendo in questi ultimi anni il meglio di sé stessa. Il portavoce di questa inquietante regressione verso la barbarie è di sicuro Donald Trump, l’ex presidente che a novembre sfiderà Joe Biden e che sta regalando all’opinione pubblica mondiale alcune esternazioni che lo pongono senza alcun dubbio al di fuori della tradizione Usa.
In un comizio elettorale nell’Ohio, a Dayton, il tycoon ha sferrato un attacco senza precedenti agli immigrati., ricorrendo anche a frasi razziste .”In alcuni casi, secondo me, gli immigrati non sono persone. Ma non posso dirlo perché la sinistra radicale dice che è una cosa terribile da dire. Sono animali”.
La frase choc è stata seguita da un’altra affermazione inquietante, rimbalzata sui siti e sulle agenzie di stampa di tutto il mondo. Parole che suonano come una minaccia al elettorale e all’intera nazione: “Se non sarò eletto – ha scandito Trump – sarà un bagno di sangue per il Paese”. Lo show di Trump si è avuto a un comizio di sostegno a Bernie Moreno, che si candida per un seggio al Senato rimasto vacante. Trump ha cominciato il suo discorso chiedendo ai presenti di alzarsi in piedi per gli “ostaggi del 6 gennaio (l’assalto a Capitol Hill, ndr) trattati in modo orribile e ingiusto”.
“La vostra previdenza sociale verrà distrutta dalle persone che entrano. Ce ne sono troppe. Non è sostenibile – ha poi detto l’ex presidente – Joe Biden vi sta costando l’assistenza sanitaria e la previdenza sociale. Ho promesso che tutelerò sempre la previdenza sociale e l’assistenza sanitaria. Non faremo tagli” ha promesso alla folla di sostenitori, annunciando la ripresa delle trivellazioni su ampia scala. “Abbiamo oro liquido sotto terra. Trivelleremo senza sosta” ha concluso.
Il comizio nell’Ohio non è altro che la premessa di ciò che rischia di diventare la campagna per le presidenziali di novembre. L’ombra di Trump ormai spaventa non soltanto l’America e i suoi ex sostenitori repubblicani – come il suo ex vice alla Casa Bianca, Pence, che non lo appoggerà – ma anche le cancellerie mondiali. I toni aggressivi e minacciosi sembrano ormai una costante dell’ex presidente che peraltro viene dato per favorito dai sondaggi.
L’estremismo, al limite della sedizione, delle sue esternazioni spaventa l’ala moderata del partito e di coloro che da sempre temono l’affermarsi con la sua vittoria di un fanatismo religioso e messianico, spesso denunciato dai grandi organi di informazione statunitensi. Negli ultimi anni si è fatta quasi patologica l’influenza sul candidato Trump della potente chiesa degli evangelici che, non da oggi, lo ha eletto come l’uomo del destino, una specie di nuovo messia che salverà gli Stati Uniti non si sa, però, da quale disastro incombente.