domenica 24 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Il crack della banca delle tecnologie Usa fa sprofondare le Borse, Milano -3,9%

Effetto Silicon Valley Bank, l’istituto di credito californiano delle aziende tecnologiche, sui listini europei. Pioggia di sospensioni al ribasso dei titoli bancari a Piazza Affari, con lo spread Btp-Bund che sale a 186 e con il crollo, in tutto il mondo, dei rendimenti dei titoli di Stato.

Sul listino milanese raffica di sospensioni al ribasso con Bper (-8,7%), Mps (-8,9%), Mediobanca (-5,7%), Mediolanum (-5,5%), Nexi (-4,7%), Poste (-4,8%), Tim (-5,1%) e Banca Generali (-4,6%) tutte in asta di volatilità mentre Fineco, Intesa, Unicredit, Cnh e Tenaris registrano ribassi superiori al 5%.

                                       BORSA DI MILANO IN DIRETTA

Arranca anche il Btp, che vede lo spread con il Bund tedesco aprirsi di quasi sei punti base, a quota 186, nonostante un calo del rendimento al 4,2%, in scia alle scommesse per una mano più morbida della Bce sui tassi. Crollano i rendimenti dei titoli di Stato in tutto il mondo, con gli investitori che scommettono su una virata nella politica monetaria restrittiva delle banche centrali allo scopo di disinnescare i rischi di contagio legati al fallimento di Silicon Valley Bank.

Gli strappi più importanti si registrano sui titoli di Stato a due anni dell’Eurozona, con il rendimento del Bund tedesco che scende di 44 punti base e quello dell’Oat francese di 46 mentre per il Btp il calo è ‘contenuto’ a 29 punti. I trader vedono il terminal rate della Bce ‘collassare’ al 3,56%. Gli effetti si vedono anche sull’euro che riduce allo 0,25% il rialzo sul dollaro, con cui scambia a 1,067

La discesa in campo del governo americano, che ha promesso che tutti i depositi di Silicon Valley Bank saranno rimborsati, sembra tuttavia arrestare l’emorragia di fiducia a Wall Street dove i future scattano. E la previsione di una Fed meno aggressiva fa correre anche i bond americani. Gli economisti di Goldman Sachs non prevedono più alcun aumento dei tassi di interesse da parte della Fed in marzo in seguito allo stress sul sistema bancario, emerso con Svb. Goldman prevede una considerevole incertezza per le prossime mosse della Fed dopo marzo. Lo riporta l’agenzia Bloomberg.

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