A suon di sondaggi comincia la campagna elettorale per le amministrative del prossimo anno che, in Emilia, riguardano Ferrara, Reggio, Modena e Forlì. Un bel pezzo di società è chiamata alle urne. Il Sole 24 Ore, giornale della Confindustria, pubblica Governance Poll 2023 sui sindaci e presidenti di regione – realizzato da Noto Sondaggi – per farci sapere quanto sia gradita o meno la loro azione.
Il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri (nella foto da Facebook), è risultato il secondo cittadino più apprezzato dell’Emilia dopo Michele Guerra, sindaco di Parma. Il primo leghista, il secondo del centrosinistra. Tutto ciò nonostante le polemiche sul concerto di Bruce Springsteen – costato ai contribuenti un milione di euro a fronte di un evanescente ritorno di dieci milioni e più, calcolati forse telefonando a baristi, albergatori e commercianti – e sull’invasione di palchi, camion, attrezzature e bagni chimici nel centro storico in occasione del Ferrara Summer Festival.
Fra i sindaci dei capoluoghi della nostra regione, Fabbri risulta molto alto in classifica con il 58% dei consensi, preceduto solo da Guerra con il 63. A seguire i sindaci di Bologna Matteo Lepore (56,5%) e di Modena Muzzarelli (56,5%). Risultati lusinghieri anche per la piacentina Katia Tarasconi (55,5%), per il forlivese Gian Luca Zattini (54,5%), per il riminese Jamili Sadegholvaad (53,5) e per il reggiano Luca Vecchi (53,5). Chiude, con il 50%, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale.
Secondo Governance Poll, in Italia Fabbri è salito in 13ª posizione, guadagnando tre posizioni dal 2022 e molte di più rispetto al 57° posto del 2021. Nello stesso sondaggio Stefano Bonaccini risulta in testa alla classifica dei presidenti di regione, una posizione occupata da 12 anni dal veneto Luca Zaia. “E’ un sondaggio da tenere in considerazione in vista della prossima tornata delle Amministrative” chiosa e avverte il giornale online di Ferrara, estense.com, che ne ha fatto oggetto di un articolo.
Bene, bravo, soprattutto per il bis. All’evviva il parroco dobbiamo aggiungere l’evviva il sindaco. O meglio, evviva Alan, il vice e la giunta tutta. Quasi in tempo reale arriva il commento del deputato ferrarese della Lega Davide Bergamini: “Complimenti a Fabbri salito in 13esima posizione. Inoltre è il terzo sindaco del centrodestra a livello nazionale e il secondo in regione. Il gradimento crescente è la dimostrazione di come il buon lavoro fatto da Fabbri per il benessere dei ferraresi abbia portato a ottimi risultati per una città estense più sicura, pulita, e vicina ai cittadini”.
Ma arrivano anche le prime eccezioni. Gli squilli di tromba sulle performance dei vari amministratori e politici andrebbero abbassati di qualche decibel. L’unica cosa certa è che il sondaggio dà l’avvio alla campagna elettorale 2024, come già avvenuto con l’underdog Meloni mesi e mesi prima del 25 settembre. Chi parte prima, va da sè, è avvantaggiato. Transeat. Vedremo nella prossima primavera nel voto reale.
Perché abbassare i decibel e andare cauti con le pacche sulle spalle e i complimenti di amici e alleati? Per una semplice ragione: diffidare dei sondaggi, spesso amano lisciare i desideri dei committenti. Noto Sondaggi il 7 settembre 2022, ultimo giorno consentito dalla legge per diffonderli, vaticinò da Bruno Vespa per la Lega (il partito di Salvini ma anche di Alan) un 13% di consensi alle imminenti elezioni politiche. Il risultato, invece, è stato un modestissimo 8,8%, vale a dire uno scarto di 4,2 tra voto virtuale e voto reale. Una enormità, a detta degli specialisti delle indagini demoscopiche.
Perché ricordare queste cifre? Solo per rafforzare una verità spesso trascurata. Che il sindaco di Ferrara possa godere di consensi nell’elettorato non si stenta a crederlo, visto il tam tam giovanilista del popolo dei concerti e dello spritz, ma la prudenza non è mai eccessiva: quel 58 per cento di gradimento sta seduto sopra un’altalena, una volta va in alto, un’altra va in basso. E’ il pendolo della politica. Un sondaggio potrebbe risultare quindi, nel pieno della calura di luglio, solo l’avvisaglia di un colpo di sole.
Un’altra ricerca, alla fine del 2022, pochi mesi fa, e sempre del Sole 24 Ore, ci ha detto invece che Ferrara e provincia sono scese di sei posizioni nell’annuale classifica sulla qualità della vita, stilata su dati ufficiali dell’Istat. A meno di un repentino miglioramento della situazione grazie ai concerti, dovremmo dedurne che in città si vive leggermente peggio. Domanda da un milione di dollari: a chi dare credito? A Noto Sondaggi o a Istat dati certi?
PS. Tra i presidenti di Regione in vetta alla classifica c’è Stefano Bonaccini. Lo stesso che ha vinto le primarie Pd tra gli iscritti. Appena ha messo fuori la testa dal suo partito, però, non ha visto arrivare, forse perché accecato dai sondaggi che lo portavano in trionfo, una certa Elly Schlein.
Piero Di Antonio