LE CRONACHE DEL MALTEMPO IN EMILIA ROMAGNA
Il Po ha già allagato il Circolo Canottieri di Ferrara e ora minaccia Pontelagoscuro. Gli abitanti della popolosa frazione: “Vediamo il fiume a soli sei metri di distanza e cominciamo ad avere paura”. La situazione fa aumentare i timori per la prevista piena che dovrebbe far registrare la massima portata nel pomeriggio. Il Po si trova a soli tre centimetri dal livello di guardia.
Per le prossime 12 ore c’è ancora un’allerta rossa in Emilia, legata al passaggio della piena del Po verso il Delta, dunque nel Ferrarese, ingrossato dagli affluenti emiliani che già danni hanno provocato in pianura. Il sindaco di Ferrara Alan Fabbri ha disposto l’evacuazione di sette nuclei famigliari e quattro attività che si trovano nell’area golenale. Fabbri ieri ha spiegato che “differentemente da quando ho letto, la piena non si attende oggi ma nella giornata domani, probabilmente nel pomeriggio. Le scuole restano aperte.  Il Po ha raggiunto quota 2.38.
Operativa l’evacuazione che riguarda sette famiglie e quattro attività che si trovano nell’area golenale sulla sponda ferrarese. I cittadini e le ditte coinvolte adesso dovranno lasciare gli immobili presenti in golena, poiché è stata superata la soglia ‘rossa’”, specifica il primo cittadino. “Secondo le ultime informazioni ricevute dalla Protezione civile, la piena non dovrebbe superare in maniera significativa la soglia rossa dei 2,50 metri”, ha fatto sapere il sindaco Alan Fabbri.
Tra le aziende c’è anche Verderiva, realtà nata per recuperare una vecchia zona industriale che ora ospita vari animali, tra cui degli esemplari di ex trottatori. La struttura, da un sopralluogo avvenuto questa mattina, si trova in una posizione sopraelevata, quasi a bordo strada, pertanto l’acqua del fiume è ancora distante. Il Comune, in ogni caso, si è messo in contatto fin da subito con la struttura per valutare insieme ai titolari la gestione della sicurezza degli animali di grande stazza presenti: dieci cavalli, un asino, tre cani e un gatto. Nella struttura è ospitata anche una cavalla cieca, in cerca di adozione.
Intanto in in Emilia-Romagna si lavora per spalare fango, detriti, pompare acqua con le idrovore all’indomani dall’ennesimo evento alluvionale che ha colpito parte della Romagna, dell’Emilia e che ha allagato soprattutto la pianura e l’area della Città metropolitana di Bologna, la situazione che resta tra tutte la più critica e complessa che viene gestita in queste ore.
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La presidente della Regione, Irene Priolo, stivali nel fango, ieri ha incontrato la popolazione in diversi territori, si appresta a chiedere lo stato di emergenza e si appella alle altre Regioni per chiedere a gran voce un piano Marshall per la messa in sicurezza del territorio. Apprensione per la piena del Po. Per il ministro Musumeci “serve una legge per limitare il consumo del suolo”.
Disastri e diseguaglianze / La prevenzione disarma la speculazione
Bologna messa in ginocchio conta i danni e anche nei quartieri più colpiti del capoluogo serpeggiano rabbia ed esasperazione. Nell’ultimo tratto di via dell’Arcoveggio, nella zona nord, l’acqua ha messo in ginocchio diverse case, garage e attività economihttps://www.labastigliaweb.it/finanza-e-catastrofi-bozza/che. Gli allagamenti sono arrivati anche dal Navile, il canale che dà il nome al quartiere di cui fa parte il rione Corticella, e dai tombini.
Si contano i danni anche in provincia di Forlì-Cesena, in particolare per gli allagamenti a Cesenatico. L’allerta resta alta nel Reggiano, dopo la rottura dell’argine del torrente Crostolo, affluente del Po, e di altri corsi d’acqua. Un centinaio le famiglie che ancora restano fuori casa, un numero che però potrebbe ancora crescere. Sono in via di ripristino le rotture arginali, e anche i servizi di diverse strutture sanitarie che hanno avuto problemi per gli allagamenti. Sono ancora in corso di definizione le stime dei danni, mentre gli evacuati in tutta la regione sono circa 3.000, di cui 2.100 a Bologna.
Stavolta, sottolinea Priolo, “c’è un tema principale di viabilità : abbiamo visto in questo caso saltare via completamente la viabilità e la rete urbana. L’acqua è entrata dai tombini, non dai fiumi. Bisognerà lavorare sulle reti urbane di scolo delle acque”. Nei prossimi giorni sarà formalizzata la richiesta di stato di emergenza.