Un unico comune denominatore: gli appalti. Un’inchiesta della procura di Milano ha portato all’arresto del comandante dei carabinieri Oreste Liporace, ma riguarda anche un presunto traffico di influenze illecite per “appalti all’interno del Vaticano”. E tra gli indagati, scrive l’Ansa, c’è pure Lorenzo Quinzi, capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini.
“Il generale sarebbe stato corrotto con 22mila euro, borse e biglietti per lo stadio”. Sono in corso perquisizioni della Gdf di Milano a carico di 22 persone e di uffici dell’Avvocatura Generale dello Stato, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Centro Alti Studi Difesa, del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna.
Nell’inchiesta milanese si indaga anche su un presunto traffico di influenze illecite in relazione alla “promessa“, non “concretizzata”, di “far ottenere” sempre alle società del gruppo Fabbro nel 2022 “appalti all’interno del Vaticano”, ma anche uno gestito dai Frati Francescani. E su “un appalto triennale” nel 2020 da 15 milioni di euro “per il servizio di ristorazione in alcune sedi della presidenza del Consiglio dei Ministri“, “effettivamente ottenuto”lle società da dei fratelli Fabbro. Questo emerge sempre dall’ordinanza del gip.
Il procuratore Marcello Viola spiega che l’imprenditore Ennio De Vellis e il generale dei carabinieri Liporace sono indagati “per i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti”. Ma nel procedimento penale “risultano indagati in stato di libertà altri imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici di Amministrazioni centrali dello Stato”.
Le indagini si sono “concentrate su illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici in cambio di denaro e altre utilità, nonché mediante la concertazione dei soggetti economici fittiziamente partecipanti alle procedure di gara”. Sono in corso “perquisizioni e acquisizioni di atti in varie province d’Italia, presso enti pubblici, persone fisiche e società a vario titolo coinvolte”.
L’accusa è di corruzione, turbativa e false fatture su un appalto da quasi 700mila euro per servizi di pulizia della caserma affidato, fino al 2021, all’impresa Fabbro. Stando all’ordinanza del gip Domenico Santoro, il generale sarebbe stato corrotto con 22mila euro, borse di lusso, noleggi auto, biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano.