Nel tribunale di San Isidro a Buenos Aires, sono sette gli indagati, Maradona morì durante la convalescenza in una residenza a Tigre, dopo un intervento neurochirurgico per un ematoma alla testa. Medici e paramedici a cui era stato affidato il campione dopo l’operazione al cervello, sono accusati di omicidio, con dolo eventuale, perché vi sarebbe stata negligenza nelle cure per un ammalato molto complesso, cardiopatico, con una storia alle spalle di droga e alcolismo.
Alla sbarra il neurochirurgo Leopoldo Luque, in quel periodo era il medico più vicino a Maradona; la psichiatra Agustina Cosachov, lo psicologo Carlos Diaz, la coordinatrice sanitaria Nancy Edith Forlini, il coordinatore degli infermieri Mariano Ariel Perroni, il medico Pedro Pablo Di Spagna e l’infermiere Ricardo Almiron. Gisela Dahiana Madrid, infermiera, sarà sottoposta a un processo con giuria come richiesto dalla sua difesa e secondo quanto autorizzato dal tribunale.”
L’inizio del procedimento penale, che si prevede possa durare alcuni mesi, è stato fissato a più di quattro anni dalla morte dall’ex giocatore del Napoli. Il tribunale prevede di ascoltare circa 120 testimonianze. Maradona, icona argentina e leggenda del calcio mondiale, è morto il 25 novembre 2020. Per due volte, nel 2022 e poi in appello nel marzo 2023, i tribunali hanno confermato l’avvio di un processo per l’équipe medica che lo aveva in cura.
Il processo si concentrerà sul ruolo del personale sanitario che seguì Maradona nel periodo successivo all’operazione per la rimozione di un coagulo cerebrale, avvenuta pochi giorni prima della sua morte. La procura sostiene che la gestione della degenza domiciliare di Maradona sia stata “inadeguata, deficitaria e imprudente”, e che eventuali carenze abbiano contribuito in modo decisivo al decesso del campione. La procura di San Isidro, che conduce il processo, ha raccolto prove considerate cruciali: una perizia medica indipendente che ha evidenziato come Maradona non avesse accesso a strumenti di emergenza essenziali, come un defibrillatore, e non fosse stato sottoposto a test cardiaci nelle due settimane precedenti alla morte. E agli atti ci sono oltre 120mila tra messaggi e registrazioni audio di conversazioni tra i medici, che potrebbero dimostrare mancanze nell’assistenza fornita all’ex campione.

Stando a quanto riferiscono giornalisti argentini, durante il primo giorno di udienze al tribunale di San Isidro “si è verificato un momento scioccante che ha lasciato tutti senza parole. Il procuratore Patricio Ferarri ha mostrato un’immagine delle condizioni di El Diez al momento della sua morte. «Ecco come è morto Maradona. Chiunque dica a voi, giudici, che non si è reso conto di quello che stava succedendo a Diego vi sta mentendo», ha detto Ferrari, mentre mostrava un’immagine stampata di Maradona, con l’addome completamente gonfio. «Lo Stato è eloquente. Chiunque si occupi di un tuo familiare, e lo vede così, sdraiato in un letto, per diversi giorni, sta mentendo se non dice che ha partecipato a un omicidio – ha aggiunto – A pochi metri dal procuratore Ferrari c’erano Dalma, Gianinna e Jana , le figlie di Diego, che non hanno potuto trattenere le lacrime di fronte a un documento così sconvolgente. Era presente anche la sua ex compagna, Verónica Ojeda, madre di Dieguito Fernando”. Infine, spazio anche alle parole rilasciate da Fernando Burlando – avvocato di Dalma e Gianinna – ai microfoni di DSports Radio. «Non ho dubbi che Diego sia stato vittima di un omicidio. I medici hanno mancato ai loro doveri di professionisti».