giovedì 28 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

AVEVA 77 ANNI / Addio a Paul Auster, autore della “Trilogia di New York”

Paul Auster, il prolifico scrittore americano autore della ‘Trilogia di New York’, è morto per complicazioni dovute a un cancro ai polmoni: lo riporta il New York Times. Aveva 77 anni. Auster è deceduto nella sua casa di Brooklyn, scrive il giornale, che cita un’amica dello scrittore, Jacki Lyden.

Protagonista indiscusso della letteratura statunitense contemporanea si può collegare alla corrente del postmodernismo assieme ai suoi amici e colleghi connazionali Thomas Pynchon e Don DeLillo. La sua scrittura, diretta e incisiva, capace di scandagliare le angosce e le nevrosi dell’uomo di oggi e descrivere le solitudini delle vite contemporanee, in un mondo inesplicabile spesso dominato dal caso.

Tra le opere più importanti ricordiamo Trilogia di New York  – è un libro del 1987 composto da tre romanzi: Città di vetro (City of Glass), Fantasmi (Ghosts) e La stanza chiusa (The Locked Room) Moon Palace (1989), La musica del caso (1990), Il libro delle illusioni (2002), Follie di Brooklyn (2005). Aveva pubblicato il suo ultimo romanzo “Baumgartner” lo scorso anno.

Poliedrico e geniale ha detto la sua anche nel mondo del cinema. Tra le sue opere più famose Smoke, Blue in the Face e Lulu on the Bridge. Insieme a Lou Reed e Woody Allen, è oggi uno dei più famosi “cantori” della Grande Mela, creatore di un universo letterario che gira attorno alla ricerca dell’identità, del senso e del significato della propria esistenza, sia essa individuale o collettiva, storica o sociale.

Nato da una famiglia ebrea di origini polacche a Newark, nello stato americano del New Jersey, il 3 febbraio 1947. Suo padre, Samuel Auster, era proprietario di alcuni edifici di Jersey City; sua madre aveva circa 13 anni in meno del marito ed il loro, fin dai primi giorni, non fu un matrimonio felice. Paul Auster era cresciuto a Newark, assieme alla sorella, più piccola di lui di circa tre anni e affetta da forme di squilibrio mentale. La situazione famigliare ha segnato la vita di Paul Auster, come rivelerà lui stesso nel suo memoir “Sbarcare il lunario”.

La morte del figlio e della nipotina per overdose. Paul Auster inizia a nutrire una forte passione per la letteratura fin da giovane. Dopo le scuole superiori, inizia a viaggiare per l’Europa, visitando l’Italia, la Spagna, Parigi e Dublino, la città di James Joyce. Tornato negli Stati Uniti, si iscrive alla Columbia University. Nel 1966 conosce la scrittrice Lydia Davis, con la quale si sposerà il 6 ottobre 1974 e da cui avrà un figlio, Daniel. E proprio Daniel è stato protagonista di una vicenda spaventosa: il figlio del romanziere è morto nell’aprile 2022 per overdose a 44 anni; sei mesi prima era diventato il principale sospettato, con tanto di arresto e rinvio a processo, per la morte della figlia di dieci mesi, Ruby, trovata in casa, a Brooklyn, in stato di incoscienza per un’overdose di fentanyl e eroina, e morta poco dopo.

Nel 1969, dopo aver conseguito la laurea, Auster si imbarcò su una petroliera e viaggiò per un anno. Poi è di nuovo a Parigi, dove restò per tre anni, dal 1971 al 1974, lavorando come traduttore. Tornato negli Stati uniti, si stabilisce a New York nel 1974, esordendo come scrittore con poesie, racconti e articoli pubblicati sulla “New York Review of Books” e sulla “Harper’s Saturday Review”.

Dopo aver divorziato dalla Davis, nel 1981 si era sposato con la scrittrice Siri Hustvedt, da cui ha avuto una figlia, Sophie, cantante e attrice. Nonostante la malattia, nel 2023 Paul Auster è riuscito a pubblicare un nuovo e ultimo romanzo, “Baumgartner”. Dopo un romanzo-mondo come “4 3 2 1”, pubblicato sei anni prima, lo scrittore si è presentato ai suoi lettori con un libro all’apparenza semplice e lineare, proponendo il suo personaggio forse piú simpatico ed empatico: un uomo che al termine della vita si interroga sulle cose essenziali, inciampando e andando a sbattere come in una vecchia comica malinconica. La vita di Seymour Baumgartner è stata definita dall’amore per la moglie Anna. Ma ora Anna non c’è piú e Baumgartner si inoltra nei settant’anni cercando di convivere con la sua assenza.

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