Unicredit promuove un’Offerta pubblica di scambio (Ops) volontaria sulla totalità delle azioni di Banco Bpm. L’ annuncio in una nota diffusa dal gruppo. Il controvalore complessivo dell’offerta in caso di integrale adesione, sarà di 10 miliardi e 86 milioni di euro. Ma il Bpm respinge l’offerta definendola inadeguata
In meno di quattro anni la capitalizzazione in Borsa di Unicredit è passata da circa 12,50 a 60 miliardi di euro. Valeva il 40% di Intesa Sanpaolo, mentre oggi l’ha quasi raggiunta a Piazza Affari. I tassi di interesse in crescita hanno dato una spinta a tutte le banche europee a fare utili e guadagnare valore in Borsa. Sotto la guida di Andrea Orcel, attuale ad di Unicredit, (nella foto) le azioni sono salite di oltre il 370% contro una media italiana del 160%. L’operazione Unicredit-BPM porterebbe alla nascita di un colosso così grande da non poter essere scalato dall’estero.
La necessità che aumentino le dimensioni medie delle banche del Continente è stata più volte reclamata dalla Banca Centrale Europea, non a caso favorevole alla scalata di Commerzbank da parte della stessa Unicredit. Lo stesso Mario Draghi lo ha esplicitamente affermato nei suoi report alla Commissione Ue. Il rischio è che possano muoversi le banche europee per acquisire piccole banche italiane, probabilmente è questa è l’allusione che ha fatto il vicepremier Matteo Salvini all’annuncio della Ops. “L’interrogativo mio e di tanti risparmiatori è: Banca d’Italia c’è? Che fa? Esiste? Che dice? Vigila?. Siccome sono tra i più pagati d’Italia, da cittadino italiano vorrei sapere se è tutto sotto controllo. Non vorrei che qualcuno volesse fermare l’accordo Bpm-Montepaschi per fare un favore ad altri, però c’è Bankitalia e noi dormiamo sonni tranquilli. Forse”. Dichiarazioni che autorizzano a pensare che il governo sia rimasto spiazzato dalla mossa di Orcel e, in particolare, che l’Ops abbia fatto infuriare Salvini, il quale dice di non essere tranquillo.
Cosa sta succedendo? Banco Bpm riunirà domani mattina il suo consiglio di amministrazione e inevitabilmente sarà trattata questa questione. L’integrazione di Banco Bpm con Unicredit rappresenta, per entrambi, un’ opportunità di “crescita ideale”. È quanto si legge nel documento dell’Offerta pubblica di scambio volontaria.
Aderendo all’offerta, tutti gli azionisti di Banco Bpm trarrebbero “beneficio dall’aggregazione con Unicredit, in quanto diventerebbero protagonisti di una iniziativa imprenditoriale di eccellenza promossa da un autentico gruppo pan-europeo con presenza globale qual è il gruppo bancario UniCredit. L’offerente avrebbe infatti la possibilità di accelerare e rafforzare ulteriormente la creazione di valore delineata nel piano strategico Unlocked 2022-2024 mediante l’aggregazione di una banca che presenta un profilo coerente con gli obiettivi strategici descritti”.
“L’Europa ha bisogno di banche più forti e più grandi che la aiutino a sviluppare la propria economia e a competere contro gli altri principali blocchi economici. Grazie al lavoro svolto negli ultimi tre anni, UniCredit è ora ben posizionata per rispondere anche a questa sfida” osserva l’ad Andrea Orcel nel comunicato di presentazione dell’offerta di scambio su Banco Bpm.
Le tappe. Documento alla Consob entro 20 giorni, richieste di autorizzazioni alle autorità italiane ed europee, assemblea ad aprile 2025 e possibile chiusura dell’operazione a giugno. Queste le principali ‘tappe’ dell’ops di Unicredit su Banco Bpm descritte nei documenti presentati dalla banca guidata da Orcel.
In particolare, Unicredit conta di presentare a Consob il documento di Offerta entro il termine di 20 giorni di calendario dalla data odierna. Entro il medesimo termine presenterà le istanze per l’ottenimento delle autorizzazioni preventive nonché le necessarie comunicazioni e le istanze per l’ottenimento delle altre autorizzazioni a Bce, Banca d’Italia e Ivass anche per la quota di controllo in Anima (su cui Banco ha lanciato l’offerta lo scorso novembre) e le altre controllate.
Ad aprile, il 10, sarà la volta dell’assemblea straordinaria che dovrà approvare l’aumento di capitale (pari al 13,9% del capitale sociale di Unicredit) di nuove azioni destinate a essere scambiate con quelle del Banco. Il Cda delibererà quindi l’aumento “nei più brevi tempi tecnici dopo l’ottenimento delle autorizzazioni preventive”.
Il periodo di adesione sarà avviato successivamente alla pubblicazione del documento d’offerta. L’operazione, stima il gruppo, sarà completata entro giugno 2025, con la piena integrazione completata entro i 12 mesi successivi” e con la maggior parte delle sinergie realizzate entro 24 mesi.
“Se completata, la transazione consentirà a Unicredit di accelerare ulteriormente la realizzazione di una crescita di qualità, sostenibile e di lungo termine. Rafforzerà sostanzialmente – viene precisato – la sua posizione in Italia assicurando allo stesso tempo gli investimenti per la clientela, nei canali di distribuzione e nella tecnologia di Banco BPM”. Il vantaggio di una combinazione è evidente da un punto di vista geografico, in quanto rafforzerebbe la presenza di Unicredit nel suo principale mercato domestico, che rappresenterebbe circa il 50% dell’utile netto combinato del Gruppo.
Inoltre, Unicredit riconosce che Banco BPM ha conseguito una distintiva e solida performance operativa. “Questo primato non solo sarà mantenuto, ma sarà ulteriormente rafforzato in maniera significativa nel Gruppo combinato, supportato da una migliore efficienza, maggiori investimenti, una copertura dei rischi più conservativa e una posizione più forte di capitale. Ciò andrà a beneficio di tutti gli stakeholder”.
L’aggregazione di Banco Bpm con UniCredit, permetterà la piena valorizzazione delle potenzialità dei due gruppi in Italia e un conseguente ulteriore rafforzamento di una solida realtà pan-europea, che diventerebbe la terza banca europea per capitalizzazione di mercato.