L’ex sindaca di Vigarano Mainarda ed ex presidente della Provincia, Barbara Paron, è stata assolta con formula piena dall’accusa di corruzione. “Il fatto non sussiste” ha sentenziato il collegio del tribunale di Ferrara.
Nella foto: Barbara Paron con l’avvocato Lovison dopo la sentenza
Il pubblico ministero Ciro Alberto Savino aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. L’accusa alla Paron è stata demolita con un’arringa supportata da documenti e riferimenti precisi dall’avvocato Lovison, il quale nel chiedere la piena assoluzione ha anche esortato i giudici a porre fine ad anni di tortura.
L’inchiesta – che è costata all’ex sindaca la carriera politica (è stata eletta nel Partito Democratico) oltre a un pesante carico di sofferenze personali affrontate sempre in silenzio e senza vittimismi – è nata, infatti, da un esposto presentato dal suo ex compagno, Daniele Cesari, che portò agli accertamenti della Guardia di finanza e al rinvio a giudizio oltre che di Paron anche di Lorenza Benati (assolta) moglie di Parid Cara, il titolare dell’azienda che gestiva Cà Bianchina e che, secondo il castello accusatorio della Procura, sarebbe riuscito a risparmiare sul rifacimento di una strada che conduceva all’impianto a biomasse. Risparmio avvenuto, è stata la tesi dell’accusa, dopo una tangente di cinquemila euro.
Accuse respinte dall’ex sindaco di Vigarano Mainarda, la quale ha sempre sostenuto che l’esposto del suo ex compagno era stato presentato per vendetta nei suoi confronti, dopo la fine della relazione. I due si sono trovati in un altro processo per stalking in cui Paron era la vittima e Cesari l’imputato, poi condannato sia in primo grado, sia in appello.