martedì 22 Ottobre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

BERCO 480, REXNORD 77 / A Ferrara 557 lavoratori licenziati in un giorno

Ieri i 77 licenziamenti alla RexNord di Masi Torello, oggi un’altra doccia freddissima, un duro colpo all’occupazione: la Berco – azienda del gruppo ThyssenKrupp che produce sottocarri, presente nel Ferrarese da più di cen’anni – ha infatti annunciato esuberi per 480 dipendenti (ne occupa 1.200) nello stabilimento di Copparo e 70, su 150, a Castelfranco Veneto. Un comunicato dell’azienda parla di “decisione necessaria per le difficili condizioni di mercato e dal contesto geopolitico globale» che hanno spinto la società ad «affrontare una fase di profonda trasformazione. A fronte di una crescente richiesta di localizzazione della produzione vicino ai clienti, a discapito della globalizzazione, l’azienda si vede costretta a prendere misure straordinarie per salvaguardare la propria competitività nel medio-lungo periodo». L’azienda aggiunge la necessità di intervenire sul contratto integrativo aziendale, cancellando quindi tutta la parte economica.

Nel frattempo sui social è apparsa una richiesta di personale indirizzata principalmente agli esuberi della Berco e RexNord. E’ stata lanciata su Facebook da Adam Atik, nel giugno scorso candidato nella lista Anselmo: “Se conoscete persone che verranno affette dall’esubero in Berco la nostra azienda (VSG, A Dover Company – ex Officine Meccaniche Sirio in zona S.i.p.r.o) sta cercando persone da inserire. Mi occupo in prima persona della selezione di persone per il gruppo, in questo caso vorrei dare precedenza a persone che vengono da Berco e dall’azienda chiusa a Masi Torello. In specifico le mansioni che in questo momento cerchiamo sono: -Addetti alla Saldatura (filo e/o robot) -Addetti al Taglio Laser -Addetti alle Presse -Addetti al montaggio meccanico. Potete tranquillamente dare il mio numero, per chi ce l’ha, o contattarmi su Messenger”.

La direzione aziendale della Berco scrive in un comunicato: «Siamo pienamente consapevoli del peso di queste scelte, che avranno un impatto diretto sui nostri dipendenti – scrive la direzione aziendale – ma siamo convinti che siano misure indispensabili per rafforzare la nostra posizione competitiva e assicurare un futuro più stabile all’azienda. Vogliamo ribadire il nostro impegno a mantenere aperto il dialogo con le rappresentanze sindacali e lavorare insieme per individuare soluzioni che possano mitigare al massimo l’impatto sociale di questa riorganizzazione». Berco si dice così «pronta ad affrontare questa fase di cambiamento con responsabilità, aprendo un tavolo di confronto costante con i sindacati per discutere delle modalità di gestione degli esuberi e delle altre misure economiche previste, nell’ottica di tutelare il più possibile i lavoratori».

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Dura la reazione dei sindacati. Per le varie sigle non c’è giustificazione che tenga. Per Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil si tratta, infatti, del «disastro dei disastri in un territorio che è già disastrato perché perdere il lavoro qua significa non poterne trovarne altri» dicono preoccupati, annunciando un incontro con l’azienda per venerdì 11 ottobre.

Il sindaco di Copparo, Fabrizio Pagnoni: «Questa crisi porta con sé una forte preoccupazione per il futuro di un gran numero di lavoratori e delle loro famiglie, nonché per la tenuta del tessuto sociale ed economico del territorio, stante la portata degli effetti negativi che l’attuale condizione potrebbe comportare sulla vita della comunità tutta. Ho già incontrato le rappresentanze sindacali per fare immediatamente il punto. Abbiamo stabilito una linea di condotta costruttiva e rispettosa della volontà dei lavori. Ora siamo giunti a un momento cruciale e difficile: seguiremo da vicino l’evolversi del dialogo fra sigle sindacali e direzione aziendale e faremo quanto sarà necessario per sostenere i lavoratori. È davvero un duro colpo per tutti».

«Siamo aperti al dialogo – ha detto Stefano Bondi, segretario della Fiom-Cgil di Ferrara – ma contrari al modo e ai tempi in cui si propongono questi nuovi esuberi. Proponiamo l’applicazione dei contratti di solidarietà e gli altri ammortizzatori sociali da qui a un anno. Sappiamo che tante aziende subiscono le conseguenze delle tante crisi aperte in Europa e nel Medio Oriente, ma non si può accettare che ne paghino le conseguenze sempre i lavoratori».

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UNA MULTINAZIONALE MADE IN FERRARA. La Berco fu fondata nel  1918.  Vezio Bertoni apre un’officina meccanica che ripara biciclette, lavoro ereditato dal padre. Ben presto comincia a riparare anche automezzi e macchine agricole abbandonati dall’esercito americano nella campagna ferrarese. Vezio punta sui suoi compaesani e in poco tempo la piccola bottega si trasforma in un’officina con 30 dipendenti che produce anche macchine utensili e pezzi di ricambio per i trattori. Con l’arrivo dell’imprenditore Roberto Cotti nasce la “Bertoni & Cotti” e la produzione si allarga a diverse macchine utensili: rettificatrici, alesatrici, presse, torni, barenatrici, levigatrici, attrezzature per autofficine.

L’azienda diventa di gran lunga l’industria più grande e importante della zona (5.000 metri quadrati di superficie coperta) con oltre 100 dipendenti. I prodotti Berco cominciano ad essere esportati in altri Paesi europei. Ma la crescita impetuosa dell’azienda viene compromessa dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Dopo 2 anni di quasi totale inattività, Berco riesce a rimettersi in piedi nel 1946 e si rinnova iniziando a produrre anche componenti per carri cingolati, attrezzature per la revisione di macchine movimento terra e presse per il montaggio delle catene. Dopo la dimissioni di Cotti, Gianni Bertoni, figlio di Vezio, diviene  Amministratore Delegato dell’azienda, avviandola alla globalizzazione. Nel 1976 Bertoni cede il 50% delle quote di Berco alla multinazionale tedesca dell’acciaio Hoesch. Con il nuovo CEO Giovanni Bertoni, figlio di Gianni, Berco vengono attuati programmi di ristrutturazione, investimenti e innovazione tecnologica. Nel 1992 la multinazionale tedesca Krupp incorpora il gruppo Hoesch dando vita alla Krupp AG Hoesch-Krupp che nel 1998 si fonde con Thyssen AG dando vita a ThyssenKrupp. (Dal sito dell’azienda)

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