I colossi farmaceutici americani sono stati costretti a subire il negoziato sul costo di dieci farmaci, tra cui l’insulina per la quale il prezzo di una fiala è passato da 12 a 332 dollari. Ora il costo dovrebbe subire un ribasso, quindi minori profitti e dividendi per gli azionisti. Storie dell’orrore: c’è chi muore perché non può permettersi di pagare mille dollari al mese e chi si somministra l’insulina per i cani. Furiosa Big Pharma. I lobbisti hanno versato ai membri del Congresso più di 700 milioni di dollari per far affossare la legge. Obiettivo fallito.
Dal 1999 a oggi il prezzo di una fiala di insulina negli Stati Uniti è passato da 12 a 332 dollari. Una crescita abnorme e scandalosa e non soltanto per noi italiani ed europei che, bene o male, riusciamo a godere di sistemi sanitari nazionali che mitigano e limitano, non si sa ancora per quanto tempo, le storture e l’avidità dei mercanti del farmaco che negli Stati Uniti hanno avuto quasi sempre mano libera.
La crescita del prezzo dell’insulina, come di altri farmaci considerati salvavita quindi necessari contro le gravi patologie com’è ad esempio il diabete, è stata favorita dal fatto che i grandi gruppi farmaceutici di quel Paese sono liberi di agire in base alla convenienza, al tornaconto e agli interessi di avidi azionisti che incassano dividendi e bonus stratosferici, trascurando la solidarietà sociale che garantire cure e assistenza a costi accessibili per la salute dei cittadini.
Stavolta, però, i grandi gruppi farmaceutici hanno dovuto accusare un duro colpo: l’amministrazione Biden ha deciso, infatti, di includere l’insulina tra i dieci farmaci su cui la potentissima industria farmaceutica sarà costretta a trattare il prezzo con il governo, di fatto abbassandolo.
“E’ la più grande sconfitta che Big Pharma abbia mai sofferto e non sarà l’ultima – ha commentato Alex Lawson, direttore esecutivo di Social Security Works, una coalizione che in America si batte da sempre per la giustizia sociale – Poco più di un anno fa, il presidente Biden ha firmato l’Inflation Reduction Act, dando a Medicare ( programma di assistenza sanitaria finanziato dal governo, ndr ) il potere di negoziare prezzi più bassi sui farmaci da prescrizione. Oggi Biden ha annunciato i primi dieci farmaci oggetto di negoziazione e le multinazionali farmaceutiche sono furiose”.
I prezzi dei dieci farmaci che saranno sottoposti alla negoziazione al ribasso con l’amministrazione Usa sono tra i più scandalosi sul mercato “sono le pregiate mucche da mungere dell’industria farmaceutica – ha dichiarato Lawson – Per la prima volta, il nostro governo impedirà alle aziende farmaceutiche di far pagare quanto vogliono per i farmaci salvavita e di sostentamento”. Sono più di 8 milioni i beneficiari dell’assistenza di Medicare che vi fanno affidamento. Nel 2022, il governo ha speso 50,5 miliardi di dollari per garantirli agli assistiti.
“Poche cose ci tengono ancora in questo Paese, l’Italia, e la solidarietà sociale è una di queste – ha scritto sul Fatto Quotidiano Stefania Maurizi, giornalista investigativa che ha lavorato anche per Wikileaks di Julian Assange – non vivrei mai in un Paese che lascia morire i suoi cittadini perché non hanno i soldi per l’insulina, mentre spende 800 miliardi di dollari all’anno per la guerra”.
L’impatto dei prezzi incontrollati sulle vite dei malati è stato devastante. Secondo Lancet, tra le più prestigiose riviste medico-scientifiche al mondo, i cittadini senza assistenza nel 2021 erano circa 31 milioni. “Per questi – scrive – la terapia insulinica costa oltre mille dollari al mese”.
La Maurizi riporta anche storie dell’orrore sul sistema sanitario made in Usa: c’è chi viene lasciato morire perché non ha potuto acquistare l’insulina o chi arriva a somministrarsi quella per i cani ch costa molto meno”.
I benefici della decisione del governo saranno diffusi, perché il negoziato che Big Pharma è stata costretta a subire consentirà di adeguare i prezzi dei dieci farmaci a quelli fissati da Medicare.
L’Inflation Reduction Act, la legge che consente al governo di indicare i medicnali per i quali è necessario un intervento regolatore, è stato un provvedimento che i colossi farmaceutici hanno combattuto con una capillare e feroce azione di lobbying sui membri del Congresso, costata ben 700 milioni di dollari.
Adesso Big Pharma è furiosa. “Entro dieci anni il governo avrà il potere di negoziare prezzi più bassi su oltre 100 farmaci. Una grande vittoria – ha commentato Lawson – e la più grande sconfitta che Big Pharma abbia mai subito, e non sarà l’ultima. Continueremo a lottare finché ogni singola persona in America non potrà ottenere i farmaci di cui ha bisogno”. (PdA)