Dopo Roma, un sabato sera di disordini e guerriglia anche a Bologna, dove il presidio convocato per protestare per la morte di Ramy Elgalm si è trasformato in azioni di violenza contro le forze dell’ordine e successivi danneggiamenti in centro, tra cassonetti incendiati, vetrine infrante e scritte sui muri. Il ritrovo per il presidio era fissato in piazza San Francesco alle 20. La situazione è degenerata circa un’ora più tardi, quando alcuni manifestanti si sono diretti verso il commissariato San Francesco, lanciando bottiglie e petardi contro le forze dell’ordine. E c’è stato un primo breve scontro.
Più tardi ci sono stati molti altri episodi di scontri con le forze dell’ordine (che hanno usato i lacrimogeni) e di danneggiamenti in diverse zone del centro storico. Il corteo ha sfilato in via Rizzoli (con qualche episodio di danneggiamento a banche) e poi ha imboccato via Zamboni. In piazza Verdi i manifestanti hanno appiccato fuoco ai cassonetti e danneggiato le strutture del cantiere del teatro comunale. Divelte e ribaltate anche diverse fioriere. Un successivo rogo (appiccato a biciclette, tavoli e altri cassonetti) ha fatto sviluppare fiamme alti più di tre metri.
Altri violenti scontri si sono verificati in via Farini altezza galleria Cavour, piazza Galvani e sotto il commissariato san Francesco. Nella notte, poi, è stata presa d’assalto anche la Sinagoga di Bologna, che ha subito atti vandalici nella notte.
Il sindaco di Bologna, Lepore, ha parlato stamani di una città devastata dalla violenza.