sabato 23 Novembre 2024

C'è una crepa in ogni cosa. E' da li' che entra la luce (Leonard Cohen)

Giù consumi, investimenti ed export: sfuma l’iIllusione del miracolo economico

L’economia comincia a perdere lo smalto che si pensava avesse nei mesi scorsi e così l’Italia torna dietro Francia e Germania. In pratica è sfumato il piccolo miracolo economico che aveva illuso sia il governo, sia parecchi commentatori. L’Istat, infatti, ha rivisto al ribasso la stima che aveva diffuso il 31 luglio: la riduzione congiunturale dello 0,3% prevista per l’economia italiana è invece scesa dello 0,4%. Una frenata più brusca del previsto, specie se confrontata con i dati dello stesso trimestre dello scorso anno. Calano sia i consumi, sia gli investimenti.

Crescita, di pari passo, più lenta e pari allo 0,4% rispetto al +0,6% previsto sempre a luglio. Il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre del 2022. La stima di luglio era stata di una riduzione congiunturale dello 0,3% e di una crescita tendenziale dello 0,6%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione, con un calo dello 0,3% dei consumi finali e dell’1,8% degli investimenti fissi lordi.

Le importazioni e le esportazioni sono anch’esse diminuite, entrambe in misura pari allo 0,4%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,7 punti percentuali alla variazione del Pil: nullo il contributo dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, -0,4 quello degli investimenti fissi lordi e -0,3 quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP).

Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,3 punti percentuali, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato nullo. Si registrano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente dell’1,3%, dell’1,4% e dello 0,1%.

IL COMMENTO DELL’ISTAT. La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la flessione dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno, risultata pari allo 0,4%, lievemente più accentuata rispetto alla stima preliminare, che aveva fornito una riduzione dello 0,3%. La crescita tendenziale del secondo trimestre si attesta allo 0,4%, in flessione rispetto ai trimestri precedenti, con una revisione anche in questo caso al ribasso rispetto alla stima preliminare, che aveva registrato una crescita dello 0,6%.
A determinare la flessione del Pil è stata soprattutto la domanda interna (incluse le scorte), mentre quella estera ha fornito un contributo nullo. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato anch’esso nullo, mentre sia quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche sia quello degli investimenti è risultato negativo. Positivo il contributo delle scorte, per 0,3 punti percentuali. Le ore lavorate hanno subìto una flessione dello 0,5%, le posizioni lavorative dello 0,1% e le unità di lavoro si sono contratte dello 0,3%. Sono risultati in crescita dello 0,8% i redditi pro-capite.

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