Ancora scosse nell’area napoletana dei Campi Flegrei. Il fenomeno dello sciame sismico praticamente ininterrotto da tre giorni preoccupa la popolazione. Prevedere la durata delle scosse è impossibile – ha detto stamani il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, nell’audizione davanti alla Commissione Ambiente della Camera.
“Non vediamo la fine – ha detto Doglioni – la nostra preoccupazione è legata sia alla sismicità, sia al fatto che queste temperature in particolari località potrebbero dare delle piccole esplosioni freatiche che non sono eruzioni di magma, ma è acqua che in questo stadio super critico può dare delle esplosioni”.
“Quindi, considerato che negli ultimi mesi la sismicità non ha fatto altro che aumentare – sia per numero di eventi, per ravvicinamento degli sciami e per aumento dell’energia – in questo momento non vediamo la fine. Può darsi che arrivi rapidamente come può darsi che invece l’evoluzione possa essere ancora più dirompente”.
Tanta paura, disagi al traffico ma nessuna vittima e, per ora, nessun danno importante: è questo il bilancio dello sciame sismico che, nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, ha interessato tutta la zona dei Campi Flegrei portando alla chiusura delle scuole che oggi hanno riaperto.
“Al momento non ci sono variazioni per supportare l’ipotesi che ci sia un’eruzione imminente”: ha detto la vulcanologa Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
La scossa più forte di magnitudo 4.2, registrata a una profondità di 3 chilometri, si è verificata alle ore 3:35. Si è trattata della più alta magnitudo delle ultime settimane, preceduta da altri due movimenti tellurici: uno alle 23:36 di magnitudo 2.0 e un altro alle 22:49 di magnitudo 2.2, tutti con epicentro nell’area dei Campi Flegrei dove, di recente, si è risvegliato il fenomeno del bradisismo attivo (abbassamento e sollevamento del suolo) in queste zone.
Ha aggiunto Doglioni: “Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 1982-84″, una crisi bradisismica che è durata 2 anni poi si è fermata, mentre al momento lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo”, del 1538, la più recente delle oltre 70 eruzioni esplosive avvenute nei Campi Flegrei.”.
“Nel caso di un’eruzione – ha aggiunto il presidente dell’Ingv – non sappiamo né quando né dove potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale”. In ogni caso “è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo”.
PIANI DI SGOMBERO
“Ce ne sono alcuni già disponibili, noi adesso stiamo provvedendo anche a un aggiornamento per tenere conto delle modifiche che ci sono state negli ultimi anni. Noi però ci auguriamo di non utilizzare mai questi piani di evacuazione, ma di poter convivere con il fenomeno del bradisismo con il quale hanno vissuto i nostri antenati e mi auguro che continueremo a conviverci anche noi”. Così ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
“Stiamo seguendo con grande attenzione tutta la questione. È chiaro che noi dobbiamo essere sempre molto attenti, molto prudenti, ma anche molto tranquilli perché dobbiamo evitare il panico e avere un grande coordinamento tra le istituzioni. Io sento quotidianamente l’Ingv, l’Osservatorio vesuviano, c’è un monitoraggio molto attento e in occasione di ogni scossa un po’ più significativa continuiamo a fare sopralluoghi e verifiche in tutti gli edifici pubblici. Quindi – conclude – cerchiamo di garantire la massima sicurezza ai nostri concittadini”.
Evitiamo allarmismi. Un invito a evitare esagerazioni ma nemmeno a minimizzare la preoccupazione dei residenti. Il ministro per Protezione Civile, Nello Musumeci ha chiarito in una intervista al giornale di Napoli: “Siamo tutti impegnati a tenere sotto monitoraggio la situazione. Certo, mi rendo conto che una scossa di magnitudo 4.2 possa creare apprensione tra la popolazione. Ritengo che l’apprensione in questi casi sia una reazione assolutamente umana e comprensibilissima”.
LA PROTEZIONE CIVILE
Si continua a monitorare la situazione e a lavorare per i Campi Flegrei. “Ci stiamo adoperando per la realizzazione dei tre obiettivi che abbiamo fissato nell’ultimo incontro a Palazzo Chigi: un piano di analisi della vulnerabilità del territorio; un piano della comunicazione alla popolazione; l’aggiornamento del piano di emergenza e delle vie di esodo anche con apposite esercitazioni periodiche, con una verifica della rete infrastrutturale.
I TIMORI. Già nei giorni scorsi il vulcanologo Giuseppe De Natale, ex direttore dell’Osservatorio vesuviano, aveva inviato una Pec al prefetto chiedendo di evacuare l’area Agnano-Solfatara, per consentire di verificare la vulnerabilità degli edifici. Segnalazione che la Prefettura ha girato a Protezione Civile, Ingv e Regione Campania.
A preoccupare il vulcanologo sono gli effetti delle continue scosse sui palazzi. Ecco perché sarebbe necessaria “una verifica a tappeto sugli edifici in un’area di 20 chilometri, a partire da quelli strategici (scuole, ospedali, uffici pubblici)”. Secondo il ricercatore se avviene un sisma più forte “si rischia seriamente il collasso degli edifici più vulnerabili”.
L’aggiornamento è essenziale, dato che il fenomeno è completamente diverso rispetto a quello che si registrava quaranta anni fa perché, come avverte Giuseppe Mastrolorenzo, dell‘Ingv, si tratta di un fenomeno nuovo da analizzare: “Non bisogna comparare in modo così sicuro le fasi bradisismiche del passato con le attuali. Questo è un bradisismo completamente diverso come dinamica. Mentre nelle fasi precedenti il sollevamento era molto più rapido, in questo caso c’è una lunga fase bradisismica, con un lento sollevamento del suolo, ma la sismicità è arrivata agli stessi livelli delle fasi precedenti”.
“L’errore che si commette è dire ‘abbiamo raggiunto livelli già registrati in passato’, ma questo non è vero – spiega ancora Giuseppe Mastrolorenzo – incremento rispetto ai livelli raggiunti in passato e i terremoti hanno raggiunto livelli uguali o anche maggiori rispetto agli anni Ottanta. Per questo non si può comparare così strettamente con le precedenti. E’ una cosa nuova e sconosciuta, così com’era sconosciuto il bradisismo negli anni OTtanta”.
“È uno sciame ancora in corso” ed è uno sciame diverso da quello dei giorni scorsi perché “diversamente dalle sequenze sismiche, gli sciami che avvengono nelle aree vulcaniche hanno al più la durata di pochi giorni”, fa eco Francesca Bianco. “Deformazione del suolo e sismicità vanno di pari passo” e anche i terremoti più recenti sono legati “al fenomeno del bradisismo, come tutti i terremoti dei Campi Flegrei”, nell’ambito di una “crisi cominciata nel 2005”, ha osservato l ‘esperta.
Da allora, nell’arco di 18 anni, “si è registrato un sollevamento del suolo che ha raggiunto il massimo di poco più di 113 centimetri nella zona Rione Terra. Da qui, in tutte le direzioni la deformazione decresce in modo significativo”.