Una nuova scossa di terremoto di magnitudo 4-0 con una profondità di 3 chilometri è avvenuta nell’area dei Campi Flegrei a Napoli stasera alle 22.08, confermando l’azione di uno sciame sismico che non accenna a placarsi.
VIDEO: SIMULAZIONE DELLA FUTURA ERUZIONE
Dopo la scossa più forte degli ultimi 40 anni tra Napoli e i Campi Flegrei del 26 settembre, magnitudo 4.2, l’intera area è stata tenuta sotto controlo con continui monitoraggi, è il momento di controlli e monitoraggi. Allo stesso modo gli esperti dell’Osservatorio Vesuviano hanno provveduto al monitoraggio dei rilievi geochimici e delle reti di strumentazione multiparametriche.
Sono 80 gli eventi sismici di magnitudo inferiore a 3.2 registrato dall’inizio di questo sciame, il 26 settembre, con i picchi dell’ultimo episodio e di quello del 7 settembre di magnitudo 3.8. Sciame ancora in corso e che, secondo l’INGV potrebbe, portare altri episodi di intensità uguale o maggiore, ma non ci sono evidenze per una eruzione imminente.
Ancora Doglioni a indicare due scenari: “Il migliore è che la crisi di bradisismo in corso termini come era accaduto per quella del 1983-84, il peggiore è un’eruzione simile a quella del 1538”
“Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 1982-84″, una crisi bradisismica che “è durata 2 anni poi si è fermata”, mentre “al momento lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo”, del 1538, la più recente delle oltre70 eruzioni esplosive avvenute nei Campi Flegrei. Un evento molto diverso da quello avvenuto 39.000 anni fa, quando vennero liberati oltre 400 metri cubi di materiale.
Scienziati preoccupati. Non nascondono le loro preoccupazioni sul ravvicinamento degli sciami e sull’aumento dell’energia nel sottosuolo dii cui – dicono – non si intravede la fine.
Il fenomeno che interessa i Campi Flegrei è completamente diverso rispetto a quello che si registrava quaranta anni fa perché, come avverte Giuseppe Mastrolorenzo, dell‘Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, si tratta di un fenomeno nuovo da analizzare: “Non bisogna comparare in modo così sicuro le fasi bradisismiche del passato con quelle attuali. Questo è un bradisismo completamente diverso come dinamica. Mentre nelle fasi precedenti il sollevamento era molto più rapido, in questo caso c’è una lunga fase bradisismica, con un lento sollevamento del suolo, ma la sismicità è arrivata agli stessi livelli delle fasi precedenti”.
“L’errore che si commette è dire ‘abbiamo raggiunto livelli già registrati in passato’, ma questo non è vero – spiega ancora Giuseppe Mastrolorenzo, dell‘Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – perché in questa fase è tutto in incremento rispetto ai livelli raggiunti in passato e i terremoti hanno raggiunto livelli uguali o anche maggiori rispetto agli anni ’80. Per questo non si può comparare così strettamente con le precedenti. E’ una cosa nuova e sconosciuta, così com’era sconosciuto il bradisismo negli anni ’80”.
“È uno sciame ancora in corso” ed è uno sciame diverso da quello dei giorni scorsi perché “diversamente dalle sequenze sismiche, gli sciami che avvengono nelle aree vulcaniche hanno al più la durata di pochi giorni”, fa eco Francesca Bianco. “Deformazione del suolo e sismicità vanno di pari passo” e anche i terremoti più recenti sono legati “al fenomeno del bradisismo, come tutti i terremoti dei Campi Flegrei”, nell’ambito di una “crisi cominciata nel 2005”, ha osservato l ‘esperta.
Da allora, nell’arco di 18 anni, “si è registrato un sollevamento del suolo che ha raggiunto il massimo di poco più di 113 centimetri nella zona Rione Terra. Da qui, in tutte le direzioni la deformazione decresce in modo significativo”.