“CARA ANTIGONE…”

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C’è qualcosa che vi affligge o vi assilla? Siete assaliti da preoccupazioni esistenziali? Antigone, una vita a scandagliare l’animo umano, dà la sua interpretazione dei problemi di sempre o del momento.

“Come posso dirlo senza sembrare un’arrogante? Con poche eccezioni, i miei amici maschi sembrano incapaci di avere una conversazione sociale equilibrata, a tu per tu, con me. Questi ragazzi mi piacciono molto e li conosco da anni. Sono i mariti delle mie amiche più care. Ma dopo un banale “Come stai?” o un’altra domanda di routine, se ne vanno e scappano: sono sommersa dai loro resoconti di problemi di salute, di viaggi invidiabili, di dilemmi interpersonali professionali o personali, di questioni politiche sconvolgenti. Alcuni di questi argomenti mi interessano, quindi sono disposta ad ascoltare con piacere. Quando la cosa diventa eccessiva, di tanto in tanto cerco di orientare la conversazione verso di me, ma questo è sufficiente solo per un momento e presto si torna ai loro “io, io, io”. Non ho alcun interesse a confrontarmi con loro e a suggerire loro di “risolvere” quello che ritengo essere (per lo più) il loro problema.  Qual è la spiegazione per questo fenomeno. Lo hai?  Caterina (Ravenna)

Antigone: “Provo subito a risponderti… Hai mai assistito, durante un viaggio in treno o in autobus, a una conversazione, anche banale, che ti appassioni o incuriosisca? A parte le poche frasi scontate, resterai sempre delusa. Siamo diventati poveri, poco empatici, amiamo più lo stare da soli che insieme. E’ il nostro ritrarsi in solitudine il  vero problema. Ti chiedo: ma i tuoi sono veri amici? Riesci a esporti nei loro confronti con tutta te stessa? Non è che sbagli a considerarli tali? Non è forse l’assidua frequentazione a farci sbagliare, a deluderci?  Partendo dalla constatazione che non si può parlare solo del tempo (tutti vedono se piove o se c’è il sole), il consiglio che sento di darti è prendere in considerazione un piano B, che poi tanto B non è: allestisci dentro di te una “secretissima camera de lo cuore” come scrisse Dante, uno spazio solo tuo. E mi faccio aiutare anche da Montaigne quando rivendicava una stanza tutta per lui (Virginia Woolf la chiamò retobottega), per essere completamente libero, per stabilizzare la vera libertà e la principale gioia e solitudine che non esclude però gli altri, i meritevoli della nostra attenzione e frequentazione. In parole povere, Caterina cerca di stare con amici con cui riesci a stabilire, anche a fatica, un rapporto che arrivi alla profondità dell’anima e dei sentimenti, anche leggeri e ridanciani, magari alternando i vari momenti insieme con un calice di buon vino, del buon ciìbo, un film interessante, una puntatina a teatro, una mostra, finanche con una passeggiata. Verranno fuori, non solo problemi da risolvere, ma tante cose interessanti e divertenti. Da condividere. (Antigone)


 

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